TERRORISMO: chi siamo, dove andiamo, cosa possiamo?

belgioScorrono ancora quelle immagini di sangue di fronte a noi, Parigi, il Bataclan, i Kamikaze, tutte a ricordarci quanto si sia immersi di fatto in una guerra atipica, un terrorismo nuovo che vogliono far passare agli occhi di tutti come uno scontro di civiltà.

Parigi non è poi così distante dalle nostre case, dai nostri pub, dalle nostre discoteche, Parigi è così vicino a noi, alla nostra cultura, alla nostra quotidianità che non possiamo non essere letteralmente terrorizzati da quanto potrebbe succedere anche e soprattutto in occasione del Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco.

Ed è negli occhi di chi come noi, che invece di scappare devono affrontare quelle macchine di morte travestiti da integralisti religiosi, il compito di “Servire e Proteggere” come spesso recitano gli slogan delle polizie americane.

A noi, che indossiamo una divisa la responsabilità di essere preparati, addestrati, capaci, rassicuranti ma non solo, il buon poliziotto deve poter essere equilibrato, pacato, fermo, onesto, corretto e, anche se in questi giorni non sembra, deve avere senso dello Stato.
Le abbiamo viste tutti le immagini delle polemiche, tra le varie trasmissioni di approfondimento il dito è stato spesso puntato su incapacità, inefficienza, mezzi e strumenti non idonei in dotazione alla nostra polizia.

Ci sono state polemiche, tentativi di ripristino di equilibrio ma troppo semplice è stato per alcuni affossare l’istituzione, renderci agli occhi della popolazione una macchina da buttare, non che non ci siano gli argomenti, tutt’altro ma in questo momento, forse, calcare la mano sulle incapacità dell’amministrazione è troppo pericoloso, un regalo a chi, con gli occhi pieni di odio, vorrebbe vedere scorrere anche il sangue degli italiani.

Ed è evidentemente venuto meno il senso di responsabilità collettivo, inebriati forse da quella attenzione che in questi giorni tutti i media stanno riservando a un settore in sofferenza come quello della pubblica sicurezza che da anni subisce continui tagli e che prima o poi, purtroppo, ne avrebbe pagato il conto.

VOLANTI SI, VOLANTI NO, VOLANTI FORSE…..

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Si è parlato della carenza di vetture, le macchine che vanno in servizio a “spinta” o quelle che vengono accese dai cavi collegati a un’altra vettura davanti a palazzo Chigi, verità strumentali ma pur sempre verità che devono essere prese per quello che sono ponendo l’accento, appunto, sulla eccessiva strumentalizzazione.

Il parco macchine della polizia certamente necessita di un investimento, probabilmente bisogna investire in efficienza dell’apparato di gestione velocizzando magari le procedure per le riparazioni che spesso si rallentano di fronte a una eccesiva burocrazia, è quest’ultima che fa sopravvivere uffici che forse avevano senso 30 anni fa.

Ci dicono che mancano i fondi, che si trovino ma non si sparga il panico!
Del resto le macchine ci sono, alcune anche nuove, se sono rotte si lavori sul perché lo sono in maniera propositiva non certo distruttiva o allarmistica.

GIUBBOTTI ANTIPROIETTILE…IL CASUS “BELLO”….

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Altra importante polemica scaturita da questi giorni di delirio riguarda i giubbotti antiproiettile, il servizio andato in onda a Ballarò su Rai3,  che pare sia ormai oggetto di accertamento disciplinare da parte del Questore di Roma, lamenta l’inefficienza  del presidio nel trattenere un colpo di AK 47, l’arma che va per la maggiore tra i terroristi islamisti.

Nel video si denuncia, non senza sterile polemica, un materiale che sino a qualche tempo fa, dal punto di vista balistico (e solo quello), non poteva che essere idoneo in un contesto di operatività urbana,  in Europa e non in uno scenario di guerra.
Certo, avremmo dovuto correre ai ripari, guardare oltre e pianificare ma l’Italia ha sempre ragionato in emergenza, è tutto emergenziale, avremmo potuto noi italiani pianificare seriamente quello che sta accadendo? (Dai su, guardiamoci in faccia!)

Tutto è migliorabile e sicuramente anche le dotazioni già in uso ai nostri agenti  ma davvero vogliamo chiedere alla media dei poliziotti, sempre più vecchi e stanchi e che spesso a 50 anni ancora corrono dietro agli spacciatori di droga per strada, di indossare su “ banali”  interventi per rapina giubbotti antiproiettile che pesano 5-6 kg, con barre di acciaio, gli unici che balisticamente possono trattenere i micidiali 7.62 sparati dall’AK 47?

Sono molti i punti toccati nei giorni scorsi che forse avrebbero dovuto vedere un’analisi tecnico pratica  e non l’eccessiva speculazione anche e soprattutto di alcune sigle sindacali.

ADDESTRAMENTO….MA QUANTO CI COSTI?

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Tra le altre polemiche quelle relative all’addestramento, i sindacati lamentano la mancanza di formazione legata all’uso di un arma contro un bersaglio in movimento, la staticità di un poligono “normale” certo non aiuta a contrastare la minaccia di cui attualmente ci stiamo preoccupando.
Il nodo addestrativo è però legato anche alla singola coscienza, al singolo amore che ciascuno ha per la propria professione ed è giusto che i poliziotti, che polemizzano, si guardino dentro e che magari cominciassero a decidere che cosa davvero sono.

Poliziotti, burocrati, prepensionandi ?

Una volta scelta questa strada il confronto potrebbe diventare molto più proficuo.

E l’addestramento, che costa sempre tanto, deve diventare un privilegio necessario per chi svolge funzione operativa abbandonando quel concetto ormai ben oltre superato che la polizia debba essere, specie a livello addestrativo, un prato tagliato tutto uguale.
Se continuiamo come funziona oggi,  inevitabilmente, quel prato,  non potrà che essere livellato verso il basso.

Così che se sei un operatore di pronto intervento non puoi essere addestrato con le stesse modalità di chi svolge la preziosa funzione di emettere un passaporto o, magari, di un operatore delle scorte o della stradale.

La settorialità addestrativa deve diventare quindi il vero nodo da sciogliere, la vera rivoluzione su cui investire, dedicare fondi, risorse, se non si passa prima da questo è meglio continuare a vedere i polizziotteschi  anni ‘70.

…. E SE CI ATTACCANO???

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Ed è questo il vero nocciolo della questione, se ci dovessero attaccare cosa accadrebbe?
Morirà qualcuno, certo, moriranno cittadini, divise, persone che pensavano a tutto tranne di dover morire.
Le divise faranno la loro parte, andranno incontro alla morte assumendosi come sempre l’onere di morire al posto dei cittadini che vogliono e devono essere giustamente difesi da chi come noi indossa una divisa.
Ci possono dare le migliori armi del mondo, possono addestrarci al tiro con il salto carpiato ma contro questi vili assassini solo i servizi di informazione e sicurezza ci possono difendere….e speriamo continuino e riescano a farlo come sembra siano riusciti sino ad oggi.

… IN CONCLUSIONE…
A noi che stiamo in strada giorno e notte il compito di “Servire e Proteggere” con senso dello Stato, con senso di responsabilità, senza alimentare speculazioni ed allarmismi magari non snobbando chi come me, delegato all’aggiornamento professionale dei colleghi, e siamo tanti dentro la Polizia di Stato,  ci prova con pochi mezzi ed inventiva logistica  a ragionare su come tornare sani e salvi a casa, dalle nostre famiglie ciò che davvero conta,   cercando di salvare quante più vite possibili.
A noi che stiamo su quelle macchine blu  il compito di aiutare e rassicurare chi in questo momento ha paura, anche più di noi, a non cedere alla follia di chi vuole  atterrirci all’interno delle nostre case.

Una Giacca Blu, nostro malgrado, vuol dire sempre sicurezza, non dimentichiamolo.

In Giacca Blu – Michele Rinelli
via: https://paroleingiaccablu.wordpress.com/2015/11/27/terrorismo-chi-siamo-dove-andiamo-cosa-possiamo-per-servire-e-proteggere/

6 commenti

  • Bigbamboo

    Cliccare su::
    Foto e video sulla sinistra
    La Nr 10

  • Bigbamboo

    Vicedelsindaco
    Inaudito!
    Scoperto il segreto dell’ISIS! E per cosa veramente combattono!

    https://twitter.com/Labbufala

    Taracchi! Anche Noi in fondo ci sentiamo un po’ mussulmani!
    “La F@@@ AKBAR!!!

  • http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/15_novembre_28/giudice-che-fermo-shalabayeva-hanno-comprato-mio-silenzio-9f6b1ba8-95a5-11e5-92c5-a69ccd937ac8.shtml

    Scusa Rino, ma leggendo l’articolo del Corsera secondo te Alfano si deve dimettere o no ?

    Ma come mai un Governo di sinistrorsi che predica l’accoglienza ai rifugiati politici di fronte ad un fatto di questa gravità non si muove ?

    Ma se questa cosa …avvallata da Angelino Alfano che il Corsera si “dimentica ” di nominare l’avesse fatta Roberto Maroni…..quante bandiere rosse avremmo visto in piazza per chiederne le dimissioni ?

    Mi pare che in Italia la Democrazia ed anche il partito che si dice Democratico sia su una deriva che ormai non si può non notare…..

    E la giacca blu Michele Rinelli cosa dice dei colleghi citati nell’articolo….??

    Siete liberi di fare il vostro lavoro o siete sotto ricatto ?

  • Intanto ringrazio Michele Rinelli per il lavoro che lui e i suoi colleghi svolgono quotidianamente per proteggere noi cittadini …..io non sono uno di quelli che pensa , dice o grida 10, 100, 1000 Nassiria…..e quindi ancora grazie .

    …leggo…”Ed è evidentemente venuto meno il senso di responsabilità collettivo, inebriati forse da quella attenzione che in questi giorni tutti i media stanno riservando a un settore in sofferenza come quello della pubblica sicurezza che da anni subisce continui tagli e che prima o poi, purtroppo, ne avrebbe pagato il conto.” …ed è verissimo questo argomento ed i governi che ci hanno preceduto hanno tagliato incredibilmente i costi sulla nostra Sicurezza.

    Ma a proposito di senso di responsabilità collettivo c’è una cosa che un poliziotto non può di certo dire ma che io invece voglio ribadire anche su questo blog :
    non è possibile che il ministro dell’interno Angelino Alfano di fronte ad un attentato terroristico come quello di Parigi invece di pensare alla nostra Sicurezza faccia una dichiarazione a mezzo stampa solo politica affermando che a Matteo Salvini avrebbe fatto piacere che l’attentato terroristico fosse avvenuto in Italia invece che in Francia, perché dicendolo a Salvini lo dice a tutti gli elettori della Lega Nord ed ai loro simpatizzanti in primis e questa è una cosa che non sta ne in cielo ne in terra e grida vendetta in quanto è di una gravità assoluta anche se solo pensata !!!

    Se abbiamo un tal ministro dell’Interno in Italia siamo messi malissimo perché questo personaggio ha dimostrato ancora una volta la sua pochezza mentale e la sua inidoneità a ricoprire l’incarico di ministro dell’Interno e sarebbe meglio per tutti gli Italiani se al più presto rassegnasse le proprie dimissioni viste anche le inchieste in corso sul CARA di Mineo.

    Infine voglio dire a Michele Rinelli che finché in Italia ci sarà l’indulto, l’amnistia ed il decreto svuota carceri…purtroppo il lavoro delle Forze dell’ordine verrà continuamente vanificato e le Forze dell’ordine dovrebbero essere le prime a fare ogni azione possibile per cambiare la situazione .

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