Buccinasco : “Cerchiamo amanti dell’avventura” Così si reclutavano i corrieri
IL GIORNO – Buccinasco, 25 settembre 2012 – Una ventina di viaggi nell’arco di un anno. E ogni volta cinque o dieci chili di cocaina. Piccoli carichi magari affidati a corrieri “ciechi” ignari di quanto stessero trasportando oppure con i soliti sistemi degli ovuli o delle spedizioni postali.
Un fiume di polvere bianca che serviva per foraggiare il mercato dello spaccio al dettaglio di Milano e dintorni e gestito da una “famiglia” calabrese ormai trapiantata al Nord, quella di Giuseppe Molluso, residente a Buccinasco e imparentato con alcuni esponenti noti nel mondo della ‘ndrangheta.
Nel corso delle indagini, scattate nel 2009 e coordinate dal pm della Dda milanese, Piero Basilone, gli investigatori hanno documentato diverse modalità di importazione della droga, trasportata via mare o preferibilmente in aereo tramite corrieri. I quali, in molti casi, sono risultati totalmente all’oscuro del reale contenuto dei pacchi postali che venivano invitati a trasportare e consegnare al loro arrivo. I corrieri, infatti, venivano spesso adescati attraverso semplici annunci di lavoro pubblicati sui giornali. “Cerchiamo ragazzi tra i 22 e i 35 anni per viaggiare in Sudamerica (Argentina, Perù, Bolivia, Ecuador), per il trasporto di oggetti d’arte, gioielli e tessuti in lana di alpaca”, recitavano i messaggi pubblicati dai trafficanti, che tra i requisiti necessari indicavano anche “tanta voglia di avventura” oltre ai documenti aggiornati. “Tutte le spese sono coperte da noi – si leggeva ancora – inviaci una email con la tua descrizione e il tuo numero”.
Attratti dalle mete esotiche e dalla buona ricompensa promessa dai “datori”, in molti accettavano senza farsi troppe domande e trasformandosi così in quelli che in gergo vengono definiti “corrieri ciechi”. In alternativa, i trafficanti si avvalevano di uomini e donne disposte a ingoiare fino a un chilo di sostanza suddiviso in ovuli, per poi espellerli dopo l’atterraggio in Italia. La polvere bianca arrivava anche via mare nei porti della Liguria e della Toscana, in pacchi spediti dalla Colombia, il Perù e l’Ecuador.
IL GIORNO 25 sett. 2012
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