#BUCCINASCO, CONSIGLIO COMUNALE, PROTOCOLLO DELLA LEGALITÀ: INTERVENTO DEL SINDACO
di Giambattista Maiorano , Sindaco di Buccinasco – Noi vogliamo più legalità – Dopo l’esposizione della mozione proposta dal consigliere Cortiana, che ringrazio per la passione e il calore trasmesso su un argomento di rilevante spessore, credo si possa affermare senza ombra di dubbio che l’argomento legalità ha sempre trovato massima attenzione in questa Amministrazione.
Siamo inoltre sempre stati convinti che fosse un tema in continua evoluzione tanto che non abbiamo mai considerato statico, per esempio, il Piano anticorruzione approvato, ma sempre dinamico e passibile di integrazioni e di miglioramenti. In questo lavoro di continuo affinamento si è rivelato fondamentale il contributo dei due segretari comunali succedutesi nel ruolo, ed è e rimarrà essenziale il contributo critico e propositivo di tutti.
È altrettanto fondamentale oggi, proprio per l’evoluzione dinamica che vogliamo mantenere, tener conto non solo del dibattito in corso, ma anche degli esiti legislativi che in materia di appalti pubblici e conflitto d’interessi si stanno realizzando. Non si tratta ovviamente solo della riduzione dell’articolato sugli appalti, ma di un vero salto di qualità che si è realizzato, se è credibile l’affermazione dell’Autorità Anticorruzione, dr. Cantone, che ci troviamo di fronte a uno snodo storico.
- Il protocollo Cortiana va bene, ma è da tradurre in norme e procedure amministrative
È certo che la volontà politica di fare più legalità è condivisa da tutti in quest’aula, ma occorre percorrere strade che siano dal punto di vista normativo agibili. Voglio qui ricordare le osservazioni alla proposta di protocollo per la legalità allegate alla delibera consiliare del 29 settembre 2015 scorso redatte dal segretario dr. Bellagamba nella quale si davano indirizzi tecnici per migliorare e rendere praticabile il Protocollo proposto dal consigliere Cortiana.
La stessa relazione tecnica di questa sera preparata da Carlino ci fa comprendere quale distanza ci sia ancora tra i legittimi “desiderata” e l’applicazione di ciò che nel Protocollo approvato dalla Commissione consiliare di indagine è realisticamente fattibile, sia per rendere più rigorosi i percorsi all’interno dell’apparato pubblico, sia per rendere altrettanto rigorosi i rapporti con il privato e tra privati.
Mancano norme chiare a livello nazionale e i modelli oggi proposti, quale ad esempio, il protocollo di Merlino, da cui ha mutuato molto il consigliere Cortiana, il più delle volte non hanno varcato i confini territoriali delle amministrazioni che li hanno adottati.
Che non tutte le soluzioni, a prima vista interessanti, possano poi essere alla prova dei fatti praticabili è dimostrato in particolare dalla sottoscrizione della convenzione tra Prefettura di Milano, Provveditorato alle Opere Pubbliche di Lombardia e Liguria e i Comuni di Buccinasco e Garbagnate Milanese, avvenuta a luglio 2012. Oltre a questi due Comuni, entrambi appena usciti dalla gestione commissariale, nessun altro Comune della provincia di Milano, pur di diverso e opposto orientamento politico, ha ritenuto di dover aderire a causa di limiti che rendevano di fatto impraticabili le procedure. Tanto che nel 2013, il nostro Consiglio Comunale ha annullato l’accordo con la revoca della convenzione.
- La revisione del protocollo è da affidare a un apposito gruppo di lavoro
La necessità di un coordinamento rispetto alla legislazione nazionale vecchia e recente, come anche indicato dalla relazione Carlino, consiglia, a mio avviso, un supplemento di lavoro sulle norme.
È opportuno costituire un tavolo presieduto dal Sindaco, che ne deve essere il garante riguardo ai tempi e alla prassi politico-amministrativa, al quale dovrà necessariamente partecipare il Segretario comunale per i pareri tecnici, assieme al Presidente del Consiglio e ai capi gruppo consiliari.
Il gruppo di lavoro deve operare restando all’interno di un dato arco di tempo, cioè in tempi relativamente brevi e certi, che possiamo deliberare questa sera. Vi chiederò ritmi di lavoro anche serrati se necessario, qualche riunione in più magari ravvicinata, se servirà per chiudere entro la data stabilita e senza alcun rinvio.
Il gruppo di lavoro deve individuare una o più soluzione amministrative praticabili che possano diventare atti amministrativi, cioè delibere di Giunta o di Consiglio comunale.
Non è escluso che una volta raggiunti alcuni obbiettivi redigendo alcune proposte condivise di delibera, non si decida di tenere aperto il cantiere su altri punti.
- Uno sguardo a ciò che è stato fatto
Il Comune di Buccinasco, in virtù della sua condizione storica di ambito particolarmente monitorato, ha da sempre adottato tutta una serie di criteri per mettersi al riparo da possibili fattori che potessero contribuire a deviare la correttezza di un iter procedurale e originare situazioni critiche indesiderate. Per questa ragione, mentre ci accingiamo a riformare i protocolli di legalità del nostro Comune, vale la pena di volgersi indietro e dare un’occhiata a quanto è già stato fatto.
In materia urbanistica è necessario ricordare l’importante lavoro fatto con la redazione e l’approvazione del Piano di governo del territorio nel 2013. Tutti sanno quanto sia delicata questa questione e quanti appetiti generi, e quanti problemi possa produrre riguardo alla legalità anche delle procedure di approvazione. Abbiamo fatto un buon lavoro tenendo conto solo e soltanto del bene comune della città.
Con delibera di Giunta del dicembre 2013 è stato approvato il Codice di comportamento del Comune di Buccinasco. Il Codice detta alcune norme di comportamento per i funzionari del Comune e vuole garantire una corretta esecuzione dei doveri d’ufficio.
Abbiamo continuamente aggiornato il Piano anticorruzione con adeguamenti nel gennaio del 2014 e nel gennaio del 2015, ragionando sulle apposite schede di valutazione del rischio che erano state redatte con il contributo e la condivisione di tutte le Posizioni Organizzative.
Ed è alla luce di queste schede di valutazione del rischio che sono state approvate dalla Giunta tutte le successive modifiche della struttura organizzativa del Comune.
Analogo percorso è stato seguito per l’aggiornamento del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità con le deliberazioni di Giunta del gennaio 2014 e del gennaio 2015.
Un importante passo avanti è stato fatto con la lunga discussione che ha portato all’approvazione del Regolamento per l’acquisizione di beni e servizi e per l’esecuzione di lavori in economia nell’ottobre del 2014. Vale la pena di ricordare che in quella occasione l’intero Consiglio comunale era stato fin troppo rigoroso e preoccupato di garantire la legalità, tanto che lo stesso Consiglio comunale ha dovuto mitigare alcune norme sul numero minimo di preventivi da acquisire, norme che nell’esperienza quotidiana avevano causato dei blocchi.
Significativa è stata la formazione e la partecipazione a corsi specifici dedicati al personale, in particolare di tutte le posizioni organizzative, su gare ed appalti. In una di queste circostanze, era il 2013, l’invito è stato esteso anche agli amministratori senza tuttavia registrare adesioni di massa. Particolarmente significativo il recente corso anticorruzione (autunno 2015) che è stato somministrato ai funzionari del Servizio gare e contratti del Settore affari generali. La stessa creazione del servizio, tra l’altro, è indice di una particolare attenzione di questa Amministrazione per una funzione amministrativa estremamente delicata.
Che le gare si siano svolte correttamente lo testimonia l’esito del primo significativo appalto di livello europeo, quello dell’igiene urbana, assegnato ad Amsa senza alcun ricorso da parte degli altri cinque concorrenti. Lo testimoniano poi gli appalti successivi, pur di più modeste dimensioni ma che comunque impegnano cifre importanti, da quello della mensa a quello dei nidi.
Fa eccezione l’appalto per il verde pubblico dove la contestazione pervenuta ha originato un avviso di garanzia a una funzionaria di cui parlerò più oltre.
Il buon esito delle gare era l’obiettivo che ci siamo posti quando abbiamo deciso di costituire il Servizio gare e contratti. Grazie anche alla costituzione di questo ufficio si può dire che tutto ha funzionato per il meglio. Abbiamo voluto stroncare alla radice quelle procedure di affidamento diretto che in alcuni settori hanno registrato nel 2013 l’elevata percentuale del 64%, una pratica amministrativa che privilegiava le procedure negoziate, anziché aperte, in violazione del criterio di rotazione o di sorteggio.
Ulteriori passi avanti, con il contributo decisivo del Segretario Carlino, sono stati fatti con la costituzione del Nucleo controllo cantieri e con la convenzione con il Comune di Melegnano per la costituzione della Centrale Unica di Committenza, in osservanza di una norma preziosa varata da Governo Renzi. Oltre a una sacrosanta riduzione dei centri d’acquisto, questa scelta obbliga i contraenti a un plurimo e diversificato controllo di correttezza e legittimità degli atti, controllo che imponendo una condivisione di responsabilità certamente incrementa il tasso di legalità delle procedure amministrative.
Tanto lavoro, come vedete, è stato fatto, ma tanto lavoro resta da fare, e voglio ricordare in particolare il tema dei cosiddetti open data e della partecipazione informata dei cittadini, e per questo rinnovo la richiesta di contributi e di mobilitazione delle capacità di osservazione e di critica di tutti.
- Storia della legalità a Buccinasco
Su Buccinasco si potrebbe scrivere un libro magari intitolato Storia della legalità a Buccinasco. C’è già chi ha scritto su Buccinasco, ma molte sono le cose da approfondire e da chiarire, perché, come si suol dire, il “diavolo è nei dettagli”. Perciò credo sia sacrosanto in questa circostanza ricordare alcuni fatti molto significativi che sono avvenuti dall’inizio del mio mandato ad oggi.
In diverse circostanze, l’opposizione con scritti, dichiarazioni ed interrogazioni non solo ha chiesto lumi sullo stato dei procedimenti che mi hanno personalmente riguardato, ma, avanzando ragioni di opportunità politica, ha chiesto e ritenute necessarie le mie dimissioni. Non di meno ci si è spinti a chiedere al Sindaco informazioni su procedimenti che hanno interessato soggetti interni all’apparato burocratico ignorando le norme della privacy e il concetto di responsabilità personale.
Si è molto favoleggiato nel merito. Si è scritto di tutto e di più, spesso con accuse o difese precostituite e pregiudiziali senza esattamente conoscere ruoli, funzioni e circostanze di chi ha assunto l’iniziativa di sporgere denuncie, rispetto alle quali l’ipotesi che ci fossero reati penali non poteva che indurre la Magistratura ad attivare opportune e doverose indagini.
Per quanto mi ha visto coinvolto personalmente, due sono i procedimenti dei quali ho già dato puntuali informazioni, ma che sinteticamente intendo qui ricordare.
Il primo procedimento è un avviso di proroga delle indagini preliminari del novembre 2013, che mi vede coinvolto con altri tre coimputati tra i quali il vice sindaco Rino Pruiti, un ex dipendente comunale e il suo genitore, presumo nella sua qualità di operatore edile e presumo per vicende legate al PGT per presunti reati a partire dal 1° ottobre 2012. Sottolineo il “presumo” poiché, in data 11 settembre 2013 su disposizione della Procura della Repubblica di Milano, la Guardia di Finanza di Corsico ha effettuato una perquisizione nell’ufficio dell’ex dipendente dell’Ufficio tecnico sequestrando il relativo PC. Il numero di questo procedimento è identico a quello trasmesso ai quattro indagati a novembre 2013 come identici sono i presunti capi di imputazione. Nel provvedimento di perquisizione è esplicito il riferimento al PGT. È facilmente intuibile quindi l’analogia sulla ipotesi di reato. A distanza di così tanto tempo e dopo la richiesta a maggio 2014 di ulteriore proroga delle indagini, nessuna condotta mi è stata ancora contestata. Attendo fiducioso di sapere qualcosa poiché mi sentirei fortemente in imbarazzo qualora la vicenda, per scadenza dei termini, dovesse essere archiviata senza che nulla mi sia comunicato, restando così nebulosa e facendo torto non soltanto a me e ai miei cari, ma all’intera città. I cittadini, soprattutto, credo abbiano il diritto di sapere.
Non so se mai riuscirò a guardare negli occhi l’autore della denuncia. Sarà dura, forse impossibile. Mi interroga e mi fa dubitare parecchio l’osservare che l’inizio della commissione dei reati è stato stabilito dal Magistrato in data 1° ottobre 2012, a solo 4 mesi dall’insediamento della mia amministrazione. Mi brucia pensare che possa essere ignorato il fatto che, nel giro di poco più di un anno, uno dei miei coimputati, l’ex dipendente, sia stato per ben tre volte colpito da provvedimenti disciplinari per vicende che si trascinavano da qualche anno. E voglio sottolineare il fatto che questo dipendente non è mai stato inserito nel gruppo di lavoro del PGT.
Il secondo procedimento è quello relativo alla denuncia di una dipendente per abuso di ufficio e violenza privata inizialmente portata all’attenzione del Tribunale Amministrativo e successivamente in sede penale. Coinvolta con me anche l’allora segretario generale del Comune. Il 9 dicembre 2015, i Pubblici Ministeri Mannella e Pirrotta, rilevando l’infondatezza della notizia di reato, chiedono al GIP l’archiviazione del procedimento. La denunciante, che evidentemente ritiene errate le valutazioni di Mannella e Pirrota, si oppone alla archiviazione. La documentazione viene di nuovo riesaminata e nella Camera di Consiglio tenutasi il successivo 17 aprile 2015, il GIP conferma la valutazione dei pubblici ministeri: i reati non sussistono. Il caso viene definitivamente chiuso.
Parallelamente altri due procedimenti a carico di una posizione organizzativa nell’ambito tecnico, su denuncia dove la stessa dipendente che ha agito nei miei confronti ha giocato un ruolo di assoluto rilievo, sono stati definitivamente archiviati per insussistenza del reato.
Questi i fatti che dovrebbero convincere i detrattori della mia amministrazione a essere più prudenti nelle loro valutazioni, meno generosi in difese avventate e anche meno superficiali nel commentare e nell’agire.
Non meraviglia quindi che i critici della Giunta Maiorano si siano concentrati sulla cattiveria del Sindaco nel perseguire la dipendente con l’obiettivo di demansionarla prima e di assecondare un vecchio desiderio di quanti la volevano penalizzata ed espulsa dagli incarichi poi. Dovrebbe essere noto che le Amministrazione parlano con gli atti e che questi si incaricano di smentire le menzogne.
L’architetto in questione ha mantenuto la sua posizione a tutto febbraio 2014 con la gestione dell’intero apparato tecnico del Comune. Con marzo 2014, a seguito dell’approvazione unanime del Consiglio Comunale del piano triennale anticorruzione, l’applicazione coerente del documento ha comportato la modifica del modello organizzativo che ha visto interessati i diversi comparti operativi attraverso una più diffusa ripartizione delle responsabilità che non poteva non incidere anche sull’ambito tecnico dove più facilmente possono svilupparsi elementi corruttivi. Un’ipotesi niente affatto peregrina viste le esperienze amare in buona parte dei contesti dove la corruzione l’ha fatta da padrona.
Da quella data, tutto è divenuto più difficile e i rapporti tra i Settori del Comune hanno subito un drastico contraccolpo. È probabile che le novità organizzative siano state vissute da alcuni come attentato alle prerogative consolidate compromettendo il rapporto con le nuove responsabilità sino a giungere al facile utilizzo delle reciproche denunce.
È vero anche che il tasso di fiducia nei confronti della persona interessata è andato man mano scemando sia per la situazione determinatasi nel reciproco rapporto, sia a fronte della lettura e dell’approfondimento di diverse sentenze che hanno visto l’interessata quale teste emergere con poca linearità. Più che le mie personali riflessioni, intendo leggere testualmente alcuni tratti di sentenze che, con le altre motivazioni e per le prerogative assegnatomi per legge, hanno determinato alla fine del 2015, il mancato rinnovo di incarichi fiduciari.
Sentenza penale di 1° grado 9839/2014 emessa dalla dr.ssa Orsola De Cristofaro (Buccinasco Più) – procedimento R.G. n. 8516/12
- Mentre a pg. 24, il Magistrato plaude all’atteggiamento collaborativo assunto fin dall’inizio con gli investigatori, dei riscontri documentali acquisiti rispetto al suo racconto …” a pg. 43 della sentenza si rileva quanto segue con riferimento all’ordinanza sindacale n. 23 del 30.09.2009: “Tutte le decisioni assunte successivamente alla suddetta ordinanza – che costituisce una cesura nella catena causale degli eventi – sono quindi il frutto di scelte consapevoli dell’amministrazione adottate a prescindere dalle false attestazioni contenute nel certificato di collaudo provvisorio. Il richiamo al certificato in questione, contenuto nel corpo della determinadi svincolo, non rispecchia quindi il reale iter motivazionale del provvedimento – rimasto ignoto ed incomprensibile – ma costituisce una sorta di motivazione di “stile”.
- Appena più oltre si aggiunge: “Rimangono certamente oscure e del tutto censurabili le ragioni che hanno spinto l’amministrazione a “liberare” la quasi totalità delle garanzie fideiussorie prestate dalla Finmann nonostante fossero emersi un inesatto adempimento della Convenzione e la necessità di eseguire interventi di ripristino la cui entità non ancora ben individuata”.
Faccio semplicemente notare che si tratta della determina n. 217 del 26 febbraio 2010, a firma del responsabile dell’epoca del Settore Tecnico, che svincola l’importo per ben 3.304.745,17 e che il residuo di fidejussione per 484.936,57 non è mai stato incassato, nonostante la richiesta formulata in data 26 02.2014 poiché la società di assicurazione, la Arfin spa, era nel frattempo finita in liquidazione coatta amministrativa su disposto del Ministero dello Sviluppo Economico in data 06.12.2010 e dichiarata in stato di insolvenza dal Tribunale di Milano con sentenza 13/2012 depositata il 03.05.2012.
Sentenza Corte d’Appello di Milano Seconda Sezione Penale R.G. 2281/2014 – AuchanCollegio Giudicante: Fabio Pamparana, Alberto Puccinelli, Concetta Lo Curto – depositata in Cancelleria il 6 maggio 2015
(Appellanti Cereda Loris, Trimboli Antonio Loreto, Carminati Giovanni, Sagaria Giovanni) – confermata in Cassazione.
Tutti gli imputati vedono accolte le loro motivazioni in appello e assolti perché “il fatto non sussiste” in relazione ai reati di falsità ideologica (capo 7) e turbata libertà degli incanti (capo 8).
Viene invece ridotta la pena per gli altri reati contestati al solo Cereda a 3 anni e 6 mesi di carcere e alla riduzione della provvisionale ad € 20.000,00.
Se le motivazioni di chi ha fatto ricorso sono fondate, come dice la Corte d’Appello, giudizio confermato per altro in Assise, e “il fatto non sussiste” lascio a voi valutare la credibilità di chi ha fatto la denuncia.
Sentenza Tribunale Ordinario di Milano Sez. X Penale R.G. n. 67474/10 – Tillmans – emessa il 22 gennaio 2015 – Collegio Giudicante: Mariarosa Busacca, Ombretta Malatesta, Patrizia Costa
Pg. 169 – Nella parte conclusiva, la sentenza afferma: “Orbene, la distanza tra il dato documentale promanante dalla determina dirigenziale n. 24/2008 ed il computo effettuato in udienza dalla testimone incrina la credibilità della testimone”
Ho letto fin qui il testo di alcune sentenze. A tutto quanto precede, aggiungo un ultimo tassello che dovrebbe poter sconcertare chiunque in particolare quanti amano giustamente discutere di legalità e porsi a sua difesa.
A fine novembre 2015, mediante Pec, perviene al nostro Comune l’istanza di vendita immobili di proprietà della fallita Finmann, presentata al Giudice Delegato, dr. Irene Lupo, dalla curatela fallimentare riguardante un immobile sito nel Comune di Maratea (PZ) e di 15 lotti che sono invece situati nel Comune di Buccinasco. Si tratta di un documento pubblico e non segreto da tutti visionabile. Detto in parole povere è l’elenco di immobili e appartamenti di proprietà Finmann che il Giudice che cura il fallimento mette all’asta. Nessun stupore sino a pg. 12 del documento quando vengono presentati i lotti 25, 26, 27 e 30 e successivamente i lotti 28 e 31. Tutti questi lotti risultano essere “occupati senza titolo”, che in parole povere significa che non c’è né un contratto di affitto né, un contratto di vendita, né un comodato d’uso, né altro documento che possa giuridicamente giustificare l’occupazione. Tra gli occupanti, al civico G. Rossa n. 26 (6° piano), risultano esserci due soggetti entrambi appartenenti al nucleo della Guardia di Finanza di Corsico, un maresciallo e un brigadiere. A tanti, il loro profilo potrebbe non dire nulla. Ad altri, dal sottoscritto alla funzionaria destinataria di due avvisi di garanzia, ad amministratori precedenti dicono moltissimo: sono gli stessi che, su delega della Magistratura, hanno più volte svolto indagini che hanno riguardato il nostro Comune.
Occupanti senza titolo? Che significa? Forse che da parte loro si è perpetrato un esproprio proletario? Perché occupano? Da chi hanno ottenuto le chiavi? La proprietà Finman lo sapeva? E se lo sapeva quale tipo di tacito accordo ha consentito l’occupazione? Una vicenda poco chiara che ho ritenuto di segnalare con apposita nota alla Procura della Repubblica di Milano.
Sorrido e penso alle accuse che in campagna elettorale mi erano state rivolte. Pensavo di avere finalmente trovato le chiavi! Chi non ricorda, infatti, l’accusa fattami in campagna elettorale di aver ricevuto in regalo due appartamenti in Guido Rossa uno ciascuno per i miei due figli?
Chi di quelli che in questi anni hanno straparlato, quelli che in questi anni hanno gettato fango e maldicenza, che hanno fatto passare l’idea che potesse essere possibile una frescaccia del genere, che hanno chiesto a me trasparenza vuole ancora continuare su questo piano?. Da che parte stavano guardando?
- Responsabilità politiche e responsabilità gestionali
Concludo sottolineando che nel rispetto delle attribuzioni legislative, il Testo Unico degli Enti Locali assegna all’organismo politico il compito di indirizzo e di controllo, e all’apparato quello gestionale. Mi sono e ci siamo sempre attenuti a questa principio e sfido chiunque a dimostrare il contrario; mi preoccupa tuttavia il fatto che la fase gestionale possa in qualche maniera sfuggire al pagamento di qualsiasi dazio.
Non so se le sentenze ricordate, se le denunce e gli avvisi di garanzia finiti come sono finiti possano essere qualificati semplicemente come incidenti di percorso. So che se lette correttamente non potranno mai cambiare in profondità le responsabilità della parte politica colpita. Posso tuttavia proporre delle attenuanti di responsabilità, ipotizzando che buona parte degli esiti negativi sono il risultato di un eccesso di fiducia riposta nei confronti di chi, pur di salvare se stesso, è pronto a gettarti dalla torre. Questo gioco con me non ha funzionato.