#Buccinasco e Il cemento (dis)armato di Milano
Riporto con piacere questo ottimo articolo di Roberto Galullo del Sole24Ore, un esempio di come si possa scrivere la verità su Buccinasco e su questi argomenti, senza alzare i toni e documentandosi PRIMA di scrivere. Una lezione di giornalismo che vorrei servisse a stimolare il senso critico di alcuni pennivendoli in circolazione. Riporto la parte che riguarda il nostro Comune ma invito tutti a leggere l’intero pezzo direttamente sul sito del Sole24ore cliccando QUI.
[..] Buccinasco – 27mila abitanti immersi nel cuore verde del Parco agricolo Sud, a due passi da Milano – è la sintesi degli appetiti delle cosche (non a caso viene ancora oggi battezzata la Platì del Nord) e della possibile risposta delle Istituzioni.
Appena 48 ore fa è stato condannato in primo grado a 4 anni e 3 mesi di carcere Loris Cereda, ex sindaco Pdl di Buccinasco, arrestato nel marzo del 2011 nell’ambito di un’inchiesta su un presunto giro di tangenti legate ad appalti per la nettezza urbana e per il cambio di destinazione d’uso di alcune aree. Proprio sul ciclo del cemento nelle vecchie e nuove aree, l’amministrazione di centrosinistra eletta il 6 maggio 2012, gioca tutta la sua credibilità.
Qui il 27 luglio 2008 andò a fuoco un’agenzia immobiliare e oggi il vicesindaco Rino Pruiti commenta così quell’episodio: «Dal produttore al consumatore: le cosche dominavano dal movimento terra alla vendita». E adesso? Nessuno si illude. «Le mafie stanno alla finestra. Tra arresti, processi e crisi economica sono in fase di assestamento ma qui nessuna famiglia calabrese ha cambiato residenza. Anzi. Finora solo silenzio ma la pressione – spiega Pruiti – arriverà quando si comincerà a edificare, con premialità urbanistiche fino al 30%».
Già, perché il Comune di Buccinasco l’11 luglio ha approvato il Piano quadriennale di governo del territorio (Pgt), che attendeva dal 2005 e Pruiti, il giorno dopo, dichiarò che «poteri forti e partito del mattone sono rimasti confinati nella testa malata di qualche sedicente politico locale».
Nei tre poli di riqualificazione urbana individuati, il Pgt prevede zero consumo di suolo. Applicando sulle aree di trasformazione un indice di edificabilità di 1,5 metri cubi su metro quadro, con un rapporto di occupazione del 50% e un’altezza massima di 5 piani, il Comune riuscirà addirittura a riportare il verde in aree in precedenza occupate dal cemento (circa 40mila metri quadrati). A questo si aggiunge che nessuna delle aree verdi di proprietà del Comune viene toccata. In pratica si potrà costruire solo laddove ci sono capannoni, fabbriche o aree da dismettere, per una superficie complessiva di 180mila metri quadrati.
Sì, va bene ma 180mila metri quadrati sono una città nella città e chi controllerà che l’intero ciclo del cemento non finisca ai soliti “platioti” del Nord? «Ci siamo interrogati a lungo – conclude Pruiti – e siamo arrivati alla conclusione che se fai un cantiere devi applicare le regole in maniera ferrea: tracciabilità di quello che parte e che arriva, utilizzando in maniera estensiva i controlli. Man mano che procederanno i lavori, faremo le verifiche. Chiederemo conto alle ditte che lavorano e se non collaboreranno metteremo pattuglie di polizia locale che chiederà i documenti di chi entra e chi esce. Fotograferemo le targhe. Insomma, faremo tutto il possibile». [..]
Ho riletto l’ articolo ” Buccinasco e il cemento (di)sarmato di Milano” e il commento fatto di sopra il 22/10 che preso così fine a se stesso sembra essere poco attinente, in realtà è risultato tronco di un pezzo che voleva riferirsi alla trasparenza sia amminisrativa sia a tutto il percorso operativo che porta alla costruzione di un opera edilizia.
Per cui bene fa Pruiti a fare anche degli esempi circa i controlli e le verifiche da mettere in campo, concordo pienamente; a me interessa anche che il “territorio-Ambiente” resti libero da qualsiasi tipo di occupazione cementizia, cioè resti verde, mi chiedevo se fosse possibile bloccare la costruzione di altri capannoni che si trasformano a distanza di tempo in edilizia residenziale perchè dismessi, Milano, Sesto s. Giovannni e altri posti insegnano, ed evitare che il “territorio-Ambiente” comunque venga occupato da cemento e allo stesso tempo togliendo
alle varie ndranghete la possibilita di inserirsi in un settore importante come quello edilizio. Luigi
E se venisse qualche imprenditore e volesse costruire un capannone nuovo per mettere su un’ azienda? e da qui a dieci anni dismettere? Luigi.