BUCCINASCO : IL PARCO AGRICOLO SUD MILANO/PROVINCIA DELIBERA IL RICORSO AL TAR PER BLOCCARE IL PIANO DI “BUCCINASCO CASTELLO”
Si è concluso poco fa il direttivo del Parco Agricolo Sud Milano presieduto dal Presidente della Provincia di Milano Guido Podestà. Il direttivo è formato da Consiglieri Provinciali di maggioranza e opposizione, da Sindaci di Comuni del Parco, dai rappresentanti degli agricoltori e da un delegato delle Associazioni ambientaliste nazionali – clicca QUI link esterno-. Tutti i presenti – all’unanimità – hanno concordato di impugnare innanzi al Tribunale Amministrativo regionale (TAR) il piano di recupero di “Buccinasco Castello“, deliberato dal Comune di Buccinasco a marzo 2012. Questo ricorso si aggiungerebbe a quello di Legambiente e di altre associazioni ambientaliste nazionali oltre che diversi Cittadini di Buccinasco.
Ancora una volta Buccinasco è alla ribalta delle cronache per fatti negativi che attengono alla carente amministrazione comunale, infatti, dai contenuti dell’istruttoria, a cura degli uffici dell’Ente Parco ed approvata dal direttivo dello stesso Parco Sud, è clamorosamente evidente l’inaccettabilità formale e sostanziale del piano proposto.
Ancora una volta risulta provato e comprovato quello che abbiamo detto fin dall’inizio su questo piano urbanistico (clicca QUI + QUI + QUI + QUI + QUI + QUI link interni).
Smentititutti coloro che hanno appoggiato e addirittura esaltato la delibera comunale e che oggi si propongono come amministratori pubblici del nostro Comune.
Vogliamo augurarci e solleciteremo nel merito la Provincia di Milano, il suo Presidente e l’intera Giunta, su cui ricade istituzionalmente il compito di dar seguito all’atto prodotto, di impugnare quanto prima la delibera del Commissario e restituire ad una più ampia discussione, all’interno del progetto di città (PGT), il futuro della frazione che vogliamo recuperi la sua originaria vocazione agricola.
Chiediamo al Commissario Prefettizio e al Prefetto di Milano di prendere atto della situazione e delle contestazioni in atto, deliberando SUBITO la revoca della delibera invocando l’istituto dell’autotutela.
Allegati: Delibera originale del Parco Agricolo Sud Milano clicca QUI 160 Kb pdf
Costruiamo l’alternativa e liberiamo il nostro futuro.
Lista civica “per Buccinasco“
http://perbuccinasco.wordpress.com
Grazie Rino.
E’ giusto ringraziare : Michele Rusmini , Stefano Pajola e Bruno Brazzeschi . Così come la candidata Sindaco Serena Cortinovi (lei sa perchè), Nando Uggeri ed Ettore Fusco della Lega nord. Come vedi “elettore” non ci sono problemi quando si converge tutti insieme per la difesa del parco sud Milano, le chiacchiere lasciamole ai Senatori con vitalizio.
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In provincia so chi ha protocollato una osservazione molto tecnica, protocollata anche in comune a Buccinasco. Non faccio propaganda oggi, nel giorno del silenzio elettorale, ma un grazie dovrebbe andare anche a quei 3…..
LA LEGA, BELSITO, LA ‘NDRANGHETA E BUCCINASCO CASTELLO
di Luca Fazzo – Il Giornale, 28 aprile 2012
Altro che Umberto Bossi. Il problema della Lega si chiama Gnegnè. Nel giorno in cui le cronache dell’inchiesta «Lega Ladrona» si arrovellano intorno al quesito su «Bossi sapeva o non sapeva?», sulla ribalta dell’indagine che scuote il Carroccio fa irruzione lui: Gnegnè, ovvero Luigi Bonaventura, uomo di ’ndrangheta col grado di «sgarrista» e oggi collaboratore di giustizia.
Il pentito viene interrogato ieri nella sede della Dia milanese dai pm di Reggio Calabria che indagano sull’ex tesoriere della Lega, Francesco Belsito. Belsito per i pm calabresi è uomo di cerniera e di confine di questa strana alleanza: i lumbard duri e pur da una parte, i riciclatori della mafia calabrese dall’altra.
Tutti insieme a fare affari.
Delle stesse cose, prima di interrogare Gnegnè, i magistrati venuti dalla Calabria avevano parlato l’altro ieri proprio con Belsito. E non è stato un interrogatorio comodo. Non si parlava di irregolarità contabili, di fatture del dentista o dell’idraulico. A Reggio vogliono sapere come mai proprio Belsito sia stato nominato tesoriere della Lega. Come sia stato possibile che lui, in affari con uno pseudoavvocato calabrese come Bruno Mafrici, abbia avuto mano libera nei conti degli adoratori del Dio Po. Quali fossero i suoi veri rapporti con Romolo Girardelli, «l’ammiraglio», il faccendiere genovese indagato e prosciolto per riciclaggio. E soprattutto: cosa ci facesse Belsito in quella sacrestia di affari riservati che è la Mfim, lo studio di commercialisti nel cuore di Milano, dove si appoggiava lo pseudoavvocato Mafrici. Il dettaglio curioso è che lo studio Mfim ha una seconda sede, meno prestigiosa, alle porte di Milano: a Buccinasco, il comune colonizzato per decenni dalla ’ndrangheta. E dove proprio in questi giorni il commissario prefettizio ha dato il via libera alla lottizzazione di Buccinasco Castello, nel cuore del Parco Sud. Dietro chi c’è? Proprio gli uomini dello studio Mfim. Dalla cui sede, secondo la procura di Reggio, partivano in direzione Cipro e Tanzania sia i soldi dei leghisti che quelli dei clan. Scenari cupi. E, per il poco che ne trapela, l’interrogatorio di Gnegnè, il pentito Bonaventura, li ha incupiti ancora di più.
Di fronte a queste fosche ipotesi, il tema «Bossi sapeva o non sapeva» non dovrebbe essere la principale preoccupazione dei nuovi leader del Carroccio. Certo, il diretto interessato appare provato: «Non ne posso più di tutto questo, mi sento abbandonato, non vedo l’ora che finisca questa storia», avrebbe detto Bossi a chi lo ha visto in questi giorni «qui ci va di mezzo la mia famiglia». Bossi, raccontano, «si sente abbandonato». Ma non è dai verbali di Belsito che gli verranno grattacapi. Perché Belsito si è sbilanciato solo fino a un certo punto. Ha detto di avere parlato con Bossi, qualche mese prima di fare l’investimento in Tanzania, della possibilità di mettere a frutto i fondi del partito, senza ricevere dal Senatùr né benedizioni né divieti. Un po’ poco per incriminare Bossi. Più diretta, inevitabilmente, la conoscenza che il padre fondatore aveva dei soldi spesi per la sua salute e per quella dei suoi congiunti, nonchè per altre necessità personali: ma è chiaro che se l’inchiesta sulla Lega si riducesse alle multe del Trota sarebbe, almeno sul piano giudiziario, poca cosa.
Di due che sicuramente sapevano, ma solo degli investimenti in oro e diamanti, Belsito ha invece fatto il nome: e sono a suo dire la vicepresidente del Senato Rosi Mauro (oggi in carico al Gruppo misto, dopo essere stata espulsa dalla Lega) e del senatore Piergiorgio Stiffoni.
Nell’ottobre 2011 la Lista PER BUCCINASCO, prima tra realtà politiche, si mobilitò per raccontare alla gente questo scempio, raccogliendo centinaia di firme contro il piano di recupero.
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