Buccinasco Il Sindaco : “Lo Stato ha perso, restituiremo il bene confiscato di via Nearco”
Il Tribunale di Milano ha stabilito che il Comune di Buccinasco deve rimuovere il cancello che separa l’immobile confiscato di via Nearco dalla proprietà della famiglia Papalia. Il sindaco di Buccinasco: “Non possiamo convivere con chi non ha mai chiesto scusa alla nostra comunità dopo 26 anni di carcere per reati di associazione a delinquere, droga, armi, sequestri, omicidio”.
Buccinasco (13 gennaio 2023) – La quarta sezione civile del Tribunale ordinario di Milano, nella persona del giudice Alessandro Petrucci, si è pronunciato nella causa civile promossa da Adriana Feletti contro il Comune di Buccinasco sulla nota vicenda del “cortile di via Nearco”.
Il Tribunale condanna il Comune alla rimozione delle inferriate saldate nell’edificio di via Nearco 6 che impediscono alla signora Feletti, quale legittima comproprietaria, l’accesso alle parti comuni.
Dopo anni di attesa, la sentenza è arrivata. Si chiude un capitolo molto sofferto per la comunità di Buccinasco, lasciando purtroppo una ferita aperta per una sconfitta annunciata e subita dal Comune a cui nel 2014 è stato assegnato un bene confiscato alla criminalità organizzata in via Nearco senza includere formalmente anche il cortile che, pure, affaccia esclusivamente sui locali assegnati all’Amministrazione comunale.
“Oggi, senza nascondere una profonda amarezza – dichiara il sindaco di Buccinasco Rino Pruiti – non posso che confermare quanto ho detto fin da quando la signora Feletti, moglie di Rocco Papalia, ha deciso di fare causa al nostro Comune: proporrò al Consiglio comunale di rimettere nelle mani dello Stato il bene confiscato di via Nearco. Il nostro Comune non può convivere con esponenti della criminalità organizzata”.
“Più volte in questi anni – continua il primo cittadino di Buccinasco – ho invitato la magistratura, il Parlamento, la Commissione parlamentare antimafia e l’Agenzia dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata a intervenire prima che si arrivasse alla sentenza, ma non ho avuto risposte. Il Comune ha tentato di opporsi con tutti i mezzi legali ma senza averne i reali strumenti, il potere di cambiare le leggi non spetta a noi, non spetta a noi stabilire le confische dei beni. Le sentenze si rispettano e oggi non possiamo che agire secondo quanto stabilito dal Tribunale. Rimuoveremo quel cancello che ci separa dalla famiglia Papalia. Ma noi non ci saremo più. Non possiamo stare nello stesso luogo che utilizza chi non ha mai chiesto scusa alla nostra comunità dopo 26 anni di carcere per reati di associazione a delinquere, droga, armi, sequestri, omicidio”.
Situazione deprimente e sgradevole. Vista la velocità delle Istituzioni centrali su questi argomenti saranno solo personaggi come I Papalia a beneficiarne e non la Comunità offesa.