#Buccinasco : la Platì del Nord ? Facciamo chiarezza
Molte testate giornalistiche, oltre a varia umanità locale e non locale, si stanno improvvisando esperti di ‘ndrangheta o peggio, esperti di anti-mafia fai da tè vendendo analisi e ricostruzioni storiche spesso superficiali se non del tutto inventate. Il risultato non è dei migliori e non ci aiuta per nulla.
Vorrei fare chiarezza, così se qualcuno ha la pazienza di leggere potrà avere un quadro reale per poter poi capire e, speriamo, reagire. La nostra realtà si comprende leggendo il libro scritto dagli ex procuratori della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone e Michele Prestipino : ‘Il Contagio’.
Anche ‘Le fondamenta della città. Come il Nord Italia ha aperto le porte alla ‘ndrangheta’ di Giuseppe Gennari è da considerarsi un testo indispensabile per chi vuole veramente affrontare le dinamiche mafiose di questo territorio.
Qui non ci sono stati boss mandati al soggiorno obbligato. I clan calabresi si sono insediati nella cittadina prima realizzando furti e rapine, poi sequestri di persona e successivamente sono entrati nel traffico degli stupefacenti.
In seguito alla maxi operazione Nord-Sud dell’ottobre ’93 che porta alla condanna di 133 persone al 416 bis (di cui 42 originari di Platì) subentra la seconda generazione.
La “vocazione” della nuova generazione dei clan calabresi operanti nel sud-ovest milanese è il movimento terra.
Questo scenario emerge nitidamente nei processi, ancora in corso, Cerberus (2008) e Parco Sud (2009), nei quali sono imputati i presunti esponenti del clan Barbaro-Papalia.
Questi procedimenti mettono in mostra i limiti della magistratura milanese sulla tematica mafiosa. Infatti in ambedue le circostanze, la cassazione ha bocciato l’aggravante mafiosa riportando il dibattimento in appello. Nel caso di Cerberus viene annullata con rinvio la sentenza di secondo grado in cui i clan sono accusati “di fare parte di un’associazione mafiosa denominata Barbaro-Papalia che, avrebbe raggiunto una posizione dominante nel movimento terra a Buccinasco’’.
E’ notizia di maggio 2013 : il procedimento torna in cassazione. Nel processo Parco Sud, nel giugno 2013 l’impianto accusatorio viene smontato sempre dalla cassazione, secondo il principio del ‘‘ne bis in idem’’ che comporta ‘’il divieto di un secondo giudizio per il medesimo fatto nei confronti dello stesso imputato’’.
Questa formula viene applicata perché i presunti esponenti della cosca, attiva in Lombardia, sono stati processati due volte a Milano per lo stesso reato di associazione mafiosa.
Ciò ha portato alla scarcerazione di Domenico Papalia (figlio di Antonio Papalia), di Antonio Perre e di Domenico Barbaro, detto ‘Mico l’australiano’. E’ probabile che a breve vengano scarcerati altri presunti esponenti del clan, prima che l’appello bis di ‘Parco Sud’ inizi il nuovo iter il 27 novembre.
Se prendiamo atto di tutto questo, se siamo coscienti di vivere in questo territorio perchè è QUI che vogliamo vivere, non possiamo e non dobbiamo mettere la testa sotto la sabbia, non dobbiamo rassegnarci, non dobbiamo lasciare SOLO ai media, alla Magistratura e alle Forze dell’Ordine il compito di informare, reprimere e gestire la situazione.
‘Buccinasco è cosa NOSTRA !’
La “società responsabile“, la Politica locale, le forze sindacali, le Parrocchie e tutti i Cittadini di buona volontà, ci devono essere, ognuno deve fare la sua piccola o grande parte.
Fonti:
Atti processuali
Associazione LIBERA
Associazione Stampo Anti-Mafioso
Corriere della Sera
IL GIORNO
Il Sole 24ore
Nell’elenco di coloro che devono fare la loro parte bisogna aggiungere – subito dopo “amministratori locali” – “imprenditori e commercianti locali”. Se non cominciano loro, quando arrivano le forze dell’ordine è già troppo tardi.
“Le aziende hanno una responsabilità verso i propri azionisti, ma hanno una responsabilità anche verso la società che gli garantisce la possibilità di operare”.
http://www.project-syndicate.org/commentary/on-why-companies-must-pursue-more-than-profit-maximization-by-laura-tyson