Buccinasco Tamponi rapidi in farmacia, quando è utile richiederli?
Visto l’aumento dei contagi e le lunghissime code per i tamponi, il sindaco Rino Pruiti e il consigliere comunale Alberto Schiavone in un comunicato congiunto invitano i cittadini a comportarsi con maggiore prudenza e recarsi in farmacia per la somministrazione del tampone rapido solo se necessario
Buccinasco (28 dicembre 2021) – Sono 539 i cittadini di Buccinasco positivi al Covid 19. Un numero molto alto che deve far riflettere per adottare in modo puntuale i comportamenti corretti. Innanzitutto l’uso delle mascherine (da indossare sempre, anche all’aperto, come prevede l’ultimo decreto), il distanziamento sociale, l’igiene delle mani.
“Invito i nostri cittadini alla prudenza – dichiara il sindaco Rino Pruiti – soprattutto in vista del Capodanno, evitiamo il più possibile di vivere situazioni promiscue e cenoni affollati. L’enorme aumento dei contagi ci dimostra come sia necessario continuare a comportarci con cautela ed evitare situazioni a rischio. Rechiamoci in farmacia per il tampone solo se necessario, solo se ci serve davvero, ricordando che è possibile acquistare anche i kit fai da te”.
Quanto e quando sono utili i tamponi?
“I test diagnostici – spiega il consigliere comunale Alberto Schiavone – sono strumenti validi ma occorre sapere come usarli. Il tampone molecolare è estremamente preciso (ma è costoso, il risultato non è immediato e i laboratori sono limitati). Il tampone rapido (quello che si fa in farmacia) è il più diffuso, perché più veloce e meno costoso ma non è affidabile se non si hanno sintomi: nel 50% dei casi il risultato potrebbe essere un falso negativo. Quindi, anche quando si fa un tampone rapido con risultato negativo, è necessario continuare a indossare la mascherina e mantenere il distanziamento”.
Vale la pena, quindi, restare in coda per ore solo per partecipare a una cena tra amici se comunque, indipendentemente dal risultato, è necessario mantenere tutte le misure di contenimento?
Non sarebbe meglio lasciare il posto a chi ha necessità di sottoporsi al test?
CONTINUIAMO AD ADOTTARE COMPORTAMENTI CORRETTI, INDOSSIAMO SEMPRE LA MASCHERINA, MANTENIAMO IL DISTANZIAMENTO SOCIALE, IGIENIZZIAMO LE MANI.
E SCEGLIAMO DI SOTTOPORCI AL VACCINO ANTI COVID!
DALLA PANDEMIA SI ESCE TUTTI INSIEME!
Rino Pruiti
Alberto Schiavone
Ufficio stampa Comune di Buccinasco
Ci dicevano che per non soccombere dovevamo evitare di muoverci e interagire. Ma a partire dalla diffusione dei vaccini, l’ambiente che i dati devono fotografare è cambiato. E lo è soprattutto ora, quando la larghissima maggioranza ha avuto due somministrazioni e molti anche la terza dose. Quindi, la trasmissione dei dati e le analisi devono riflettere questa complessità. Ovvero dirci il numero dei contagi, dei ricoveri in terapia intensiva e dei decessi; e poi, per ciascuno di questi gruppi, dirci quanti sono i vaccinati e con quante dosi in ciascun caso.
I dati devono registrare questo nuovo contesto, che non è solo di pandemia ma di pandemia in un regime di vaccinazione di massa. I soli dati sui contagi sono imprecisi e sono un allarme controproducente. Infatti, il contagio non ha gli stessi effetti sui vaccinati e sui non vaccinati. Inoltre, senz’altra specificazione, i dati sul numero dei contagi che cresce ogni giorno manda un segnale disincentivante: se ci si contagia comunque, perché vaccinarsi?
I dati disarticolati sarebbero più corretti e anche più funzionali. Soprattutto, eviterebbero di gettarci nello sconforto come facilmente può succedere con i numeri dei nuovi contagi a causa della galoppante variante Omicron. E manderebbero un messaggio esplicito a chi non si vuole vaccinare: su di loro cade la responsabilità di monopolizzare l’azione degli ospedali e quindi di compromettere la cura delle persone affette da altre patologie.
Articolare sistematicamente i dati sulle terapie intensive e i non-vaccinati invece che sui contagi genericamente, toglierebbe ossigeno ai No-vax, a quella minoranza vocifera che egemonizza l’audience quotidiana. Mai una minoranza ha avuto e ha tanta presenza pubblica, tanto peso mediatico, tanto potere di travisare i dati. La maggioranza è nel giusto, e i dati lo dimostrano. Perché non darle più spazio? Perché non brandirla come prova concreta del fatto che vaccinarsi è un modo, l’unico, per convivere col Covid senza soccombere?