Buccinasco, via resistenza il cromo inquina. Le cosche fanno affari

Buccinasco Italia – Il tempo passa inesorabile, la gente dimentica, mio dovere di sindaco ricordare.  Ogni tanto devo fare memoria di quello che è accaduto e che non deve più accadere: se passate da via resistenza (nella foto) vedrete un bel prato di proprietà comunale , chiuso, recintato, inaccessibile, come mai? Cosa è successo? Perché non è un parco ? Perché li non si può costruire una scuola o altra cosa utile alla collettività?

Sul sito dell’Istituto superiore di sanità si legge: «Il cromo esavalente o cromo VI è un pericolo per la salute umana». E ancora: «Il cromo può produrre vari effetti: danni al fegato e ai polmoni, alterazione del materiale genetico, cancro ai polmoni, morte». Ricordate il film Erin Brockovich con Julia Roberts, in cui una multinazionale è costretta a pagare milioni di dollari di risarcimento per aver avvelenato la falda con il cromo, provocando tumori e decessi? Bene, nel 2003 il cromo viene trovato in un terreno comunale di Buccinasco, su iniziativa di un “giovane” neo nominato assessore all’ambiente, tale Rino Pruiti, si scopre che il fattaccio è avvenuto durante la precedente amministrazione, ovvero nel 2001 (Ad aprile e a luglio il consigliere Giampiero Camito presentò due interpellanze mai discusse – clicca QUI e QUI ).

L’area è quella di via Resistenza, un pratone di oltre 7 mila metri quadrati. Da allora è bloccata, in attesa di bonifica. Recintata, ma non certo isolata, visto che attorno ci sono palazzi residenziali, supermercati, autosaloni. «Sul terreno di via Resistenza», scrivono i tecnici dall’Arpa (l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Lombardia), «sono stati individuati due focolai di contaminazione diffusa. Le specie chimiche identificate in concentrazione superiore ai valori soglia sono idrocarburi pesanti e cromo VI». 

Chi li ha scaricati nel pratone di via Resistenza? Nel 2003 una volta avuta la certezza che il terreno è inquinato, abbiamo fatto un esposto contro ignoti alla Procura di Milano. I magistrati tengono aperta l’inchiesta pochi mesi, ma poi archiviano. Resta senza risposte anche l’interrogazione parlamentare che alcuni deputati Verdi rivolgono al ministro dell’Ambiente.

Eppure, io stesso ho prodotto una lettera che prova le responsabilità dell’inquinamento: la scrive al Comune Rosario Barbaro, il fratello maggiore di Salvatore Barbaro, boss della ‘ndrangheta. La lettera è su carta intestata dell’impresa Barbaro Rosario, movimento terra, sede in via Cadorna 126, Buccinasco. È datata 8 maggio 2003, appena un mese e mezzo dopo le analisi dell’Arpa. È una richiesta di soldi: «Durante i mesi estivi dello scorso anno, la mia ditta ha cominciato a trasportare a discarica vari materiali di risulta e poi ha immesso nell’area di via Resistenza 5 centimetri di terra di coltivo». Dunque Barbaro Rosario pretende il pagamento di «26.339 euro, pari a 170 viaggi di camion». I viaggi sono avvenuti, ammette la lettera, nell’estate 2002, quindi prima della scoperta dell’inquinamento da cromo. È la prova che sono stati i Barbaro ad avvelenare l’area.  Eppure tutto resta come prima: l’inchiesta giudiziaria è già stata frettolosamente archiviata.

Rosario Barbaro, del resto, non è nuovo a questo metodo. Già in passato ha avuto a che fare con la giustizia per fatti simili: nel settembre 2003 i vigili urbani avevano scoperto una discarica abusiva, inquinata soprattutto da amianto, in via Tre castelli, zona Barona, periferia sud di Milano, dentro il perimetro del Parco sud Milano, area strettamente vincolata. Il terreno era di proprietà della ditta Coci srl, con sede in via Ludovico il Moro. Titolare un certo Mario Ripepi, nato a Oppido Mamertina, provincia di Reggio Calabria, ma residente a Buccinasco. Sul posto era stato fermato un camion. Il conducente aveva detto di essere solo un operaio, ma pochi minuti dopo era intervenuto il titolare dell’impresa. L’impresa era la Mobar, il titolare era Rosario Barbaro. Sul verbale di polizia giudiziaria stilato in quell’occasione, un’osservazione inquietante: «L’episodio rilevato deve essere inquadrato in un piano sistematico e organizzato di realizzazione di una discarica abusiva». Il tutto aggravato perché realizzato dentro i confini di un parco. E perché gli investigatori sospettano i Barbaro «di voler così cambiare la destinazione d’uso dell’area».

Anche in questo caso, però, il pubblico ministero fa richiesta di archiviazione. Sembra la fotocopia del caso di via Resistenza a Buccinasco. In realtà, Rosario Barbaro viene riconosciuto colpevole di aver creato una discarica abusiva, reato che però può essere estinto pagando un’ammenda. E, infatti, il 16 marzo 2004, lo studio legale Passarella, che difende Barbaro, invia al tribunale di Milano una domanda di oblazione. Il 25 maggio, lo stesso tribunale attesta il pagamento di 13 mila euro da parte di Rosario Barbaro. Il caso è chiuso! 
 
Cari cittadini, ora per bonificare l’area di Via Resistenza, occorrono circa 1.500.000 euro di soldi pubblici, una cifra enorme per il nostro comune che, giustamente, ha altre priorità di spesa.
 
Come Sindaco, è mio dovere trovare una soluzione, sto cercando di farlo senza far pesare i costi sulla collettività, non so se ci riusciremo, quello che è sicuro è che , finché noi governeremo questo comune, fatti del genere non capiteranno mai.
 
Rino Pruiti
Sindaco Buccinasco MI
 
Fonti: www.rinopruiti.it  – corriere della sera – il giorno – Fatto Quotidiano  – Repubblica

4 commenti

  • Albino Abico

    C’è un unico attributo nel definire il nostro Primo Cittadino:

    “Partigiano della Libertà e della Giustizia.”

    Un Eroe dei nostri tempi. Che non dev’essere lasciato solo.
    Siamo pochi?….Siamo tanti??

    Siamo dalla parte del giusto!

    W il 25 Aprile! W il nostro Sindaco! W la Libertà!

  • Massimo Della Pena

    Signori, se avete notato, nella interpellanza di Giampietro Camito, “all’attenzione”, c’era un personaggio che allora governava, e che tutt’ora (nel darsi un contegno), sbraita e “sputacchia”, nei banchi dell’opposizione in cause imbelli, ridicole, inconsistenti.
    Cosa fece (anzi non fece “lo scellerato non rispose”) e il suo partito a quel tempo per impedire questi scempi?
    Per nostra salute?

    Ora, come allora sarà la Comunità a pagare lo scotto, e il conto, per queste nequizie .

    Che la memoria alle prossime elezioni non vi rimanga in tasca.

  • Giampietro

    Mobar sta per Morabito e Barbaro, hanno eseguito lavori ancheal ponte pedonale di Corsico, area ex pozzi in piazza San Biagio c’era pure un’agenzia immobiliare che poi è andata a fuoco

  • sax

    Visto che a Buccinasco i più hanno memoria corta, anzi cortissima, hai fatto bene a dare un rinfrescata.
    Grazie Sindaco!