CERCHIAMO UNA FAMIGLIA AFFIDATARIA PER IL PICCOLO MICHELE

Michele è un bambino di 10 anni, terzo figlio di 4, con due genitori poco in grado di occuparsi di lui e orientarlo nella vita. Da molto tempo la situazione è conosciuta dai servizi sociali che hanno seguito i fratelli più grandi, ma risulta ormai evidente, la necessità di tutelare Michele, permettendogli di avere una famiglia che possa accoglierlo e crescerlo nel migliore dei modi. I genitori, pur amando il figlio, sono persone semplici, con pochi strumenti, incapaci di cogliere i rischi a cui Michele può incorrere, non avendo una guida.

Il bambino non va a scuola e scompare per ore.. considera delle persone importanti gli educatori del doposcuola, avendo un disperato bisogno di considerazione. D’altro canto, ha delle manifestazioni di un bambino più piccolo della sua età: vuole stare nel lettone, fa a volte la pipì a letto, vuole essere lavato e vestito, anche se è autonomo in tutto. Ricerca così l’amore, la vicinanza, l’attenzione che all’incirca da un anno è stato tutto riversato verso il nuovo arrivato. Pur avendo cercato di sostenere la famiglia in molti modi, risulta molto importante che una famiglia accolga presto Michele, due genitori affidatari che possano semplicemente essere guida, fargli sentire che lui è importante e può diventare grande, con l’amore di una famiglia affidataria.

Territorio di riferimento: Lombardia.

Se hai interesse a saperne di più, chiamaci!

Ad oggi abbiamo permesso a più di 60 bambini e ragazzi di sperimentare l’accoglienza e l’amore di una famiglia affidataria.

Diffondi pure questo messaggio a chi è sensibile verso i bambini che hanno bisogno.

Gli interessati possono telefonare allo 0382-933447 o al 331-3316525, contattarci all’indirizzo e-mail affido@alberodellavita.org oppure compilare il form online sul sito www.alberodellavita.org

Diventare famiglie affidatarie è una scelta d’amore!  Perchè ogni bambino ha diritto ad una famiglia..

*per tutelare la privacy del minore, il nome Michele è  di fantasia.

Ecco le nuove date del XVIII Ciclo di serate di sensibilizzazione per aspiranti famiglie affidatarie che si terrà a Basiglio (Milano 3), presso la sede de L’Albero della Vita, via Ludovico il Moro, 6/A. In allegato trovi anche il nuovo Cercofamiglia.

Il ciclo è composto da tre serate (20,30-22,30) e un weekend.

Eccole:

Lunedì 01 Ottobre: serata di presentazione del progetto affido “Per un fratello in più” – percorsi e motivazione: conosciamoci meglio

Mercoledì 03 Ottobre:  le famiglie affidatarie raccontano….testimonianze di coloro che hanno intrapreso questo percorso con L’ALBERO DELLA VITA.

Mercoledì 10 Ottobre: modulo assicurativo-giuridico – tutte le leggi inerenti l’affido (rispondiamo alle vostre domande).

Sabato 13 e Domenica 14 Ottobre: weekend residenziale (luogo da stabilire) – aspetti emotivi-psicologici-pratici dell’affido – esploriamo insieme le dinamiche, i ruoli, la giusta posizione con i diversi attori coinvolti.

Ricordiamo a chi ancora non l’avesse fatto, la necessità di fissare prima dell’inizio del corso, un incontro conoscitivo preliminare.

Se  siete interessati a conoscere di più dell’affido e a concretizzare il vostro interessamento, attendiamo la vostra chiamata.

Siamo sempre molto emozionati perché,  con l’inizio di un nuovo corso, intravediamo già la possibilità per un bambino che sta aspettando, di avere potenzialmente una famiglia affidataria pronta ad accoglierlo … potreste essere voi!!

CONTATTI:

Dott.ssa Annalisa Ceglia
+39 331 331 6525
+39 0382 93344
affido@alberodellavita.org

www.alberodellavita.org (COMPILA IL FORM)

13 commenti

  • Paolo

    Sono contento che a Buccinasco si faccia un buon lavoro e che si voglia migliorare.
    Due esperienze fantastiche da cui trarre insegnamento a mio parere sono http://www.tuseimiofiglio.it e http://www.pedagogiafamiliare.it che ho trovato veramente competenti e con le intenzioni e soluzioni giuste per le famiglie. Se li contattate sarebbero certamente lieti di condividere con voi le loro competenze e anche di apprendere da voi, perché no.
    Per l’appello magari potrebbero scrivere che la situazione è molto più grave ma non viene descritta esaurientemente per motivi di privacy, così la gente capisce.
    Sull’affido, se fatto bene, non ho problemi. Purtroppo qui a Trento spesso non è così. Con tutti i soldi che abbiamo grazie all’autonomia potremmo essere un’isola felice e invece li stiamo usando proprio male. Mi auguro che il comune di Trento recepisca la proposta di delibera che sarà in discussione questo martedì 11 settembre e che potrebbe veramente cambiare le cose in meglio.

  • Paolo, tutto il contrario, affidamento non è adozione, quindi serve proprio a permettere alle famiglie o ai singoli genitori di superare la fase critica e di non perdere il contatto con i propri figli. Un affidamento può durare anche solo poche settimane. In molti casi sono proprio i genitori che chiedono aiuto in questo senso. In storie difficili un po’ di respiro e un po’ di serenità sono sempre positivi.

  • fabio -

    Nel mio lavoro ho spesso a che fare con genitori i cui figli vengono affidati all’Ente locale (ovvero permangono fisicamente con il loro nucleo familiare se vi è la possibilità ma vengono strettamente monitorati e aiutati, oppure vengono inseriti in Comunità e monitorati in quella sede ) o,in alternativa ,ma è sempre estrema ratio , arrivano ad un affido extra ed etero familiare. A quest’ultima soluzione si giunge solo e sempre laddove la situazione di rischio e di pregiudizio per il minore sia significativamente molto grave ed il rientro nella famiglia di origine controproducente e pericoloso. Si tranquillizzi il sig Paolo su una cosa : è ovvio che i Servizi competenti non possano pubblicamente dare informazioni sulle criticità della famiglia d’origine e sono costretti,come in questo caso, a limitarsi ad una sommaria descrizione causa la normativa sulla privacy (si consideri che molti genitori naturali ,spesso incattiviti per la situazione affetti da qualche “patologia” fonte di disagio sociale e relazionale avrebbero reazioni -in parte giustificate- vivaci per non dire altro).. Il problema ,semmai ,sul quale bisogna tutti migliorare è che la famiglie affidatarie siano assolutamente competenti poichè è capitato ,per fortuna non spesso, che i minori affidati “cadessero dalla padella alla brace” e questo è assolutamente inaccettabile. Buccinasco potrebbe ,su questo tema, potrebbe promuovere sensibilizzazione e acquisizione di competenze. Infine anche gli operatori che si occupano di tutela dei minori necessitano di formazione permanente poichè sbagliare in questa materia è deleterio. Fabio .

  • Paolo

    Grazie. Mi hai permesso di capire che la battaglia sarà lunga perché anche una persona razionale e sensibile come te non riesce a vedere la realtà. Spero almeno di averti trasmesso un piccolo dubbio.
    Magari la prossima volta che vedi un bambino sottratto perché “non c’era altro da fare” prova a parlare con lui e con la famiglia e magari scoprirai che le cose non stanno proprio come affermano i servizi sociali.
    Io ho visto decine e decine di casi di cui ho studiato tutte le carte a fondo, ho parlato con tutti, ecc. e gli errori erano circa il 70%. In alcuni casi (pochi purtroppo) abbiamo trovato assistenti sociali sensibili e attenti e abbiamo riportato i bambini a casa. Negli altri casi i servizi non hanno voluto guardare ai fatti e si sono arroccati nella loro posizione e purtroppo non c’è nulla da fare se un servizio non è collaborativo. Nel restante 30% dei casi abbiamo constatato che i servizi avevano ragione. Ma stiamo risolvendo anche uno di questi casi che sembrava impossibile da risolvere anche per noi. Nel senso che i genitori inaspettatamente stanno seguendo un percorso che li sta portando a diventare dei veri genitori per la loro bambina.
    Per quei casi in cui i servizi non vogliono sentire ragioni qui a Trento vorremmo mettere un osservatorio indipendente sui servizi che possa valutare caso per caso e abbia dei poteri sanzionatori sui servizi perché finché non ci saranno enti esterni e indipendenti di controllo e i servizi avranno una pressoché totale impunità anche in caso di errori flagranti le cose non miglioreranno.
    Per quanto riguarda l’associazione sono certo che fanno un ottimo lavoro. Solo non posso accettare la motivazione per cui Michele dovrebbe essere tolto dalla famiglia. Così come è esposta nell’annuncio è certamente inferiore al trauma di un allontanamento dai suoi genitori anche perché una situazione del genere è facilmente risolvibile. Una descrizione del genere potrebbe far sì che le persone considerino che sia accettabile togliere un bambino a una famiglia anche per motivi come questo e spingerle a pensare che queste situazioni non siano risolvibili. La descrizione dovrebbe essere modificata per evitare che si crei una cultura in cui togliere un bambino non è più un provvedimento estremo come dovrebbe essere. Inoltre questa descrizione può dare l’idea che sia Ok arrendersi e non aiutare la famiglie anche per situazioni così facili da risolvere. Questo era il punto della mia polemica.
    Ma ora scriverò direttamente all’associazione per sollevare questo problema.
    Grazie. Paolo

  • Paolo, appunto, si deve valutare caso per caso, si possono e si devono aiutare le famiglie (da queste parti lo facciamo) e nello stesso tempo si deve intervenire la dove necessario.
    Dubito che un genitore in carcere condannato a 7 anni possa essere “aiutato” senza mettere il figlio/a in affidamento, così come invece una mamma sola che non riesce a barcamenarsi può essere aiutata con l’opportuna rete di sostegno. Se a prescindere attacchi l’istituzione dell’affidamento familiare fai implicitamente male ai bambini, qualcuno che legge può essere scoraggiato dalle tue parole, mentre invece una volta che si partecipa ai corsi e ti vengono spiegate le situazioni REALI si capisce che non ci sono altre strade, ti invito a meditare cercando di essere meno “fanatico” nelle tue esternazioni.
    Io propagando l’associazione che, senza scopo di lucro, si adopera per trovare e formare famiglie affidatarie, poi, per quanto mi compete come piccolo amministratore locale, cerco di far funzionare il “sistema”, di più non posso fare.

  • Paolo

    Per fortuna io non ho dovuto subire questa tragedia, ma Eleonora per esempio sì, e dopo anni di sofferenze ingiuste e inutili si è ripresa la figlia che ora grazie al suo amore ha superato il trauma dell’allontanamento e penso che ora vada all’università. Adesso Eleonora ha messo la sua vita al servizio di questi bambini sfortunati. Io ho visto decine di bambini soffrire perché vogliono tornare a casa e non possono, e a volte non riesco a dormire la notte perché non riesco neppure a trasmettere la verità di questo scandalo: io stesso all’inzio non riuscivo a credere che questo potesse succedere nella “civile” Italia e quindi capisco chi pensa che io abbia dei pregiudizi, anch’io all’inizio non ci cre3devo. E’ vero che una famiglia affidataria è migliore di un orfanatrofio, ma Eleonora e altri hanno dimostrato che è possibile aiutare le famiglie con problemi a crescere i figli con amore e in modo corretto. Non si tratta di “lasciare in famiglia” i bambini alle sevizie e all’incuria di genitori indegni, ma di condurre questi genitori a essere degni per tutelare il diritto del bambino di crescere nella sua famiglia, e la stragrande maggioranza ce la fa. Il problema è l’incapacità dei servizi di farlo e lo scaricare la colpa sui genitori “indegni” e non sulla scarsa professionalità dei presunti “professionisti”. L’esperienza pratica ha dimostrato che con buon senso, volontà e professionalità questo si può fare. Tra il resto costa molto, molto meno al comune. Chiama Eleonora che ti potrà spiegare tutto.

  • Paolo, le generalizzazioni non si addicono a questo delicato argomento. Che proponi quindi? Di esautorare gli specialisti e chi ha l’autorità stabilita dalla legge ? Per carità… io non dormirei la notte a dover prendere certe decisioni. L’affidamento è una buona cosa e chi lo fa per me è un essere eccezionale meritevole del mio profondo rispetto e totale stima. Prima di sentenziare bisogna conoscere i fatti, io personalmente ho visto bambini “lasciati in famiglia” alle sevizie e all’incuria di genitori indegni, questo perchè nessuno si era preso la briga o il coraggio di intervenire. Non capisco poi perchè qualcuno voglia “rubare” un bambino alla sua famiglia, che gliene viene? Cosa ci guadagna? Prova anche a pensare a tutti i minori di Buccinasco affidati al Comune, siamo arrivati anche a punte massime di una ventina, il costo per la comunità (che abbiamo sempre pagato con piacere e comunque x obbligo di legge) è ingente, per ogni bambino il Comune spende circa 80.000 euro all’anno, questo per metterli in istituti specializzati che, saranno anche bravi, ma sempre orfanotrofi sono.
    Non è che tu sei prevenuto per esperienza personale?

  • Paolo

    Il numero di telefono pubblico di Eleonora è sul sito http://www.tuseimiofiglio.it/i-componenti e chiunque abbia bisogno di aiuto può rivolgersi a lei. Quindi puoi lasciarlo tranquillamente.
    Inoltre è vero solo formalmente che l’affido viene stabilito dal tribunale. In realtà in più del 90% dei casi viene stabilito dai servizi sociali e poi avvallato dal tribunale.
    Personalmente ho esaminato decine e decine di casi di affidamento etero famigliare che non avrebbero dovuto essere disposti ma lasciati in famiglia, ma a causa di questo sistema assurdo in cui nessuno si prende la responsabilità degli errori e pochi hanno la competenza necessaria per aiutare le famiglie e la capacità di riconoscere i propri limiti, la verità non viene a galla.
    Purtroppo la gente non ne sa nulla e pensa persino di fare un opera di bene nel prendere in affidamento un bambino mentre in molti casi lo sta in realtà rubando alla sua famiglia. Penso che la gente debba essere avvertita e poi potrà prendere le sue decisioni, altrimenti potrebbe pensare che siccome c’è un decreto del tribunale e apparentemente ci sono stati “controlli approfonditi” quell’affidamento sia fatto per il bene del bambino mentre invece in molti, troppi casi non è così.

  • Paolo forse non ti ricordi ma questa polemica l’hai già fatta uguale in altre occasioni, evito quindi di ripetermi, ti ricordo solo che le notizie pubblicate corrispondono al massimo all’2% della realtà delle cose, questo per ovvie ragioni. Schiere di assistenti sociali e psicologi sono arrivati a “consigliare” l’affido, che come sai viene stabilito da un tribunale.
    Evita di inserire nomi e numeri di telefono di persone terze. Grazie.

  • Paolo

    E’ scandaloso che si cerchi di togliere un bambino dalla famiglia perché i genitori sono “persone semplici, con pochi strumenti, incapaci di cogliere i rischi a cui Michele può incorrere, non avendo una guida.” Un bambino va tolto solo con motivazioni gravi.
    Miglioriamo invece i servizi sociali affinchè siano in grado di aiutare veramente la famiglia.
    Nel frattempo rivolgetevi a Tu sei mio figlio onlus . Loro sapranno aiutarvi a risolvere la situazione senza creare traumi al bambino.
    Poi più avanti vi insegneranno anche a gestire queste situazioni in modo umano e competente. Non scaricate la vostra incompetenza sui bambini. Il bambino ha il diritto di crescere nell’ambito della propria famiglia (PROPRIA non una famiglia).

  • Fate girare per favore. Jacopo sono sicuro che questa volta darai una mano da lassu’…

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