Coronavirus, cosa dice il decreto ministeriale. Anche a Buccinasco attività in scuole, palestre e piscine sospese
Dal 2 al 7 marzo le attività scolastiche sono sospese. Potrà riaprire la biblioteca comunale, mentre restano ferme palestre e piscine. Aperti bar (solo con posti a sedere) e attività commerciali ma dovranno impedire gli assembramenti
Buccinasco (1 marzo 2020) – Anche per la prossima settimana (dal 2 al 7 marzo) le attività scolastiche (di ogni ordine e grado (dai nidi alle università) saranno sospese.
È quanto stabilito ufficialmente nel Decreto del Consiglio dei Ministri reso noto nella serata di domenica 1 marzo in merito alle misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza da CODIV-19 (Coronavirus).
Ecco tutte le misure che riguardano anche i cittadini di Buccinasco:
• sospensione, sino all’8 marzo 2020, dei servizi educativi per l’infanzia e delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale
• sospensione degli eventi e delle competizioni sportive sino a domenica 8 marzo, in luoghi pubblici o privati. Restano SOSPESE ANCHE LE ATTIVITÀ NELLE PALESTRE, CENTRI SPORTIVI, PISCINE, CENTRI NATATORI, CENTRI BENESSERE, CENTRI TERMALI (misura valida solo in Lombardia e in provincia di Piacenza)
• sospensione sino a domenica 8 marzo di tutte le manifestazioni ed eventi in luogo pubblico o privato di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico (per esempio, grandi eventi, cinema, teatri, discoteche, cerimonie religiose)
• l’apertura di luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro
• apertura al pubblico dei musei e di altri luoghi di cultura (QUINDI ANCHE LA NOSTRA BIBLIOTECA COMUNALE) con la condizione di evitare assembramenti di persone tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro
• svolgimento delle attività di ristorazione, bar e pub a condizione che il servizio sia espletato per i soli posti a sedere
• apertura delle attività commerciali con la condizione di evitare assembramenti di persone tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro
Ricordiamo le misure igieniche da adottare:
a) lavarsi spesso le mani. Si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie e altri luoghi di aggregazione, soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani;
b) evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute;
c) non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani;
d) coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce;
e) non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico;
f) pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol;
g) usare la mascherina solo se si sospetta di essere malato o si assiste persone malate.
Ufficio stampa Comune di Buccinasco
Angelo, tutto sospeso e vietato
Non vedo nelle note i circoli (tipo quello dell’oratorio o altri ne un consiglio sulle possibili assemblee condominiali
Ai tempi del corona virus,
Rileggiamo i classici
Scendeva dalla soglia d’uno di quegli usci, e veniva verso il convoglio, una donna, il cui aspetto annunciava una giovinezza avanzata, ma non trascorsa; e vi traspariva una bellezza velata e offuscata, ma non guasta, da una gran passione, e da un languor mortale: quella bellezza molle a un tempo e maestosa che brilla nel sangue lombardo. La sua andatura era affaticata, ma non cascante; gli occhi non davan lacrime, ma portavan segno d’averne sparse tante; c’era in quel dolore un non so che di pacato e di profondo, che attestava un’anima tutta consapevole e presente a sentirlo. Ma non era il solo suo aspetto che, tra tante miserie, la indicasse così particolarmente alla pietà, e ravvivasse per lei quel sentimento ormai stracco e ammortito ne’ cuori.
Portava essa in collo una bambina di forse nov’anni, morta; ma tutta ben accomodata, co’ capelli divisi sulla fronte, con un vestito bianchissimo, come se quelle mani l’avessero adornata per una festa promessa da tanto tempo, e data per premio. Né la teneva a giacere, ma sorretta, a sedere su un braccio, col petto appoggiato al petto, come se fosse stata viva; se non che una manina bianca a guisa di cera spenzolava da una parte, con una certa inanimata gravezza, e il capo posava sull’omero della madre, con un abbandono più forte del sonno: della madre, ché, se anche la somiglianza de’volti non n’avesse fatto fede, l’avrebbe detto chiaramente quello de’ due ch’esprimeva ancora un sentimento.
Un turpe monatto andò per levarle la bambina dalle braccia, con una specie però d’insolito rispetto, con un’esitazione involontaria. Ma quella, tirandosi indietro, senza però mostrare sdegno né disprezzo, «no!» disse: «non me la toccate per ora; devo metterla io su quel carro: prendete». Così dicendo, aprì una mano, fece vedere una borsa, e la lasciò cadere in quella che il monatto le tese. Poi continuò: «promettetemi di non levarle un filo d’intorno, né di lasciar che altri ardisca di farlo e di metterla sotto terra così». Il monatto si mise una mano al petto; e poi, tutto premuroso, e quasi ossequioso, più per il nuovo sentimento da cui era come soggiogato, che per l’inaspettata ricompensa, s’affacendò a far un po’ di posto sul carro per la morticina.
La madre, dato a questa un bacio in fronte, la mise lì come su un letto, ce l’accomodò, le stese sopra un panno bianco, e disse l’ultime parole: «addio, Cecilia! riposa in pace! Stasera verremo anche noi, per restar sempre insieme. Prega intanto per noi; ch’io pregherò per te e per gli altri». Poi, voltatasi di nuovo al monatto, «voi», disse, «passando di qui verso sera, salirete a prendere anche me, e non me sola». Così detto, rientrò in casa, e, un momento dopo, s’affacciò alla finestra, tenendo in collo un’altra bambina più piccola, viva, ma coi segni della morte in volto. Stette a contemplare quelle così indegne esequie della prima, finché il carro non si mosse, finché lo poté vedere; poi disparve. E che altro poté fare, se non posar sul letto l’unica che le rimaneva, e mettersele accanto per morire insieme? Come il fiore già rigoglioso sullo stelo cade insieme col fiorellino ancora in boccio, al passar della falce che pareggia tutte l’erbe del prato.
(Proomessi sposi A. Manzoni)