E’ COMINCIATO IL DOPO VELTRONI… FORSE!

Walter VeltroniIl dominio della destra sembra estendersi in tutto il Paese. In Sardegna, poi, il Partito Democratico di Veltroni, che con il suo ‘correre da solo’ delle scorse elezioni politiche aveva posto una pietra tombale sulla coalizione di centrosinistra, unica esperienza in grado di battere per ben due volte Berlusconi, ha subito un tracollo.

L’Udc, forza politica a cui in molti nel Pd guardano come ad un potenziale partner, si dimostra, invece, un valido alleato delle destre, non poteva essere che così, solo alcuni cosiddetti leader del Pd non lo hanno ancora capito perchè, probabilmente, pensano al loro personale futuro politico e non al progetto comune.

Come se tutto questo non bastasse, l’accordo sullo sbarramento del 4% per le prossime Europee, concordato dal Pd, rischia di distruggere le forze politiche che con esso hanno costituito l’ossatura dell’Ulivo prima e dell’Unione poi.

Le elezioni in Sardegna ci restituiscono un situazione preoccupante e che evidenzia un dominio, purtroppo sempre più culturale e mediatico, della destra populista, la cui popolarità sembra non essere scalfita neanche dagli effetti drammatici della crisi economica planetaria, cioè nonostante non stia facendo nulla per tutelare l’Italia da questa crisi, anzi, ne sta aggravando gli effetti con provvedimenti inutili e demagogici.

È difficile non attribuire gran parte delle responsabilità di questo disastro all’autarchia del PD ed alla linea politica della sua leadership.

Il risultato negativo di oggi è figlio delle scelte sbagliate delle scorse politiche. Da questa considerazione bisogna partire se si vuole invertire la tendenza e ricostruire una coalizione in grado di superare quello che oggi appare come il dominio berlusconiano, che rischia di avere esiti disastrosi sul piano democratico, come dimostrano i recenti attacchi del Cavaliere alla Costituzione.

È sempre più urgente ricostruire una nuova alleanza. Plurale e non escludente, ambientalista e concreta, partecipata e paritaria che raccolga le energie migliori e le speranze di cambiamento dell’elettorato. In grado di mettere insieme le ragioni del lavoro e dell’ambiente e di affrontare le sfide del terzo millennio sulla base di innovazione e rigore etico.

Un centro-sinistra che sappia fare una vera “pulizia” al suo interno, pensionando personaggi poco presentabili sul piano etico e falliti sul piano politico, “tappi” che impediscono ai giovani di emergere e prendere le redini della politica.

Serve una vera rivoluzione che “colpisca” a tutti i livelli, anche localmente, anche nei piccoli Comuni e nei quartieri delle grandi città.

Un centro sinistra non dei partiti ‘dominanti’, ma che sappia fare sintesi delle migliori culture politiche, che, non sono territori di conquista elettorale ma validi e fedeli alleati nel governo delle città e del Paese.

È inutile nascondersi le difficoltà e i rischi di un percorso che non sarà né agevole né breve ma che rappresenta l’unica strada da percorrere per creare un’alternativa ad una destra che oggi non ha rivali e che si regge su un ampio consenso, costruito in 15 anni di TV spazzatura, stampa servile e modelli sociali devastanti.

Una destra che non ha più nemmeno bisogno di elaborare strategie o far passare le proprie proposte/programmi perchè ha CREATO i propri elettori negli anni così come una squadra di calcio con i suoi ultras.

Forse è giunto il momento di riprendere TUTTI il filo dove è stato frettolosamente interrotto, altrimenti la storia e le generazioni future non ci perdoneranno mai…