ENERGIA, IL SOLARE TERMICO: UN INVESTIMENTO

Da alcuni anni il costo dell’energia, in costante crescita, incide sempre più pesantemente sui bilanci famigliari. Mentre in passato se ne è solo parlato ora si comincia a vedere un progressivo utilizzo di fonti rinnovabili. Tra di esse il sole dovrebbe essere utilizzato almeno nel modo più semplice, ossia per riscaldare l’acqua, il cui consumo per usi domestici, alberghieri e industriali è in continuo aumento.

Da queste premesse, ci si aspetterebbe l’Italia, considerata il Paese del sole, ai vertici nell’utilizzo di questa preziosa risorsa. Invece non è così! In Europa, la Germania, situata più a nord del nostro Paese, installa ogni anno pannelli solari termici in misura quaranta volte superiore a noi.

Se un buon pannello garantisce una produzione annua (e quindi un risparmio) di acqua calda fra il 50% e il 70%, allora perché non abbiamo tutti un pannello sul tetto o in giardino? Il principale motivo è la sfiducia verso questa possibilità dovuto alla cattiva pubblicità che si è fatta alla fine degli anni settanta.

In quel periodo, infatti, l’attenzione si rivolgeva principalmente a come supportare finanziariamente le iniziative piuttosto che spingere su impianti che si “autofinanziassero” grazie a costi ridotti, manutenzione minima, garanzie serie, ottimi rendimenti e conseguenti rapidi tempi di ammortamento.

La produzione di acqua calda può essere ottenuta tramite impianti a “circolazione forzata” o a “circolazione naturale”. Questi ultimi non necessitano di corrente elettrica ma funzionano basandosi su di un principio fisico: un liquido composto da acqua e antigelo circola “naturalmente” all’interno dei pannelli dove scaldandosi sale e cede calore all’acqua fredda proveniente dall’acquedotto, contenuta in un serbatoio posto superiormente ai pannelli. L’acqua contenuta in quest’ultimo, scaldata sale e viene prelevata per l’uso nel suo punto più alto (e il più caldo).

L’installazione richiede un semplice lavoro di collegamento all’impianto idrico esistente. Per la scelta è importante richiedere la certificazione alla norma EN 12476 (solo il “Solar Keymark” europeo è una certificazione riconosciuta e certamente riconducibile al rispetto delle norma EN) oppure il certificato di prova dell’ENEA che attesti un rendimento dell’intera macchina (non solo dei pannelli) di almeno il 50%.

Infine, un’ottima regola è che il tempo di garanzia sia di molto superiore al tempo di ammortamento dell’impianto.

Rino Pruiti
www.rinopruiti.it