Fingono di ridursi lo stipendio, sgamato l’ennesimo bluff della Casta

Fonte: Il Post Viola– Oggi pomeriggio, i quotidiani on line e il tg rilanciano pomposamente la notizia che i deputati si sarebbero ridotti lo stipendio di 1300 euro lordi (700 netti al mese). La notizia in realtà è una bufala perché la busta paga degli onorevoli rimarrà intatta nonostante la decisione dell’ufficio di presidenza della Camera scaturita dopo mesi d polemiche e di annunci con cui si dichiarava di voler riportare le indennità dei parlamentari italiani alle medie europei.A svelare il gioco di prestigio messo in atto dalla Casta per salvare le apparenze ma senza ridursi lo stipendio è il giornalista Franco Bechis: “Il segreto è tutto nelle nuove norme previdenziali dei parlamentari -scrive Bechis- che sono scattate dal primo gennaio scorso. Passando dal sistema retributivo a quello contributivo, i deputati si sarebbero visti lievitare la busta paga di circa 700 euro netti al mese, perchè non è più loro chiesto di versare tutti e due i contributi che versavano prima: uno per il vitalizio (1.006 euro al mese) e uno previdenziale (784,14 euro al mese), oltre alla quota assistenziale (526,66 euro al mese). La riforma delle pensioni avrebbe toccato solo marginalmente i deputati in carica (un anno su 5 di legislatura), che avrebbero recuperato ben più di quello svantaggio con i 700 euro netti in più in busta paga. Se la notizia degli stipendi aumentati fosse uscita, li avrebbero linciati. Così hanno deciso non di tagliarsi lo stipendio, ma di rinunciare a quell’aumento.”

Insomma continuano a prenderci in giro.

8 commenti

  • Sono 26 i deputati (ex o in carica) che hanno fatto ricorso contro la riforma del vitalizio. Ben 15 sono della Lega. Sono tre (Roberto Rosso e Giorgio Jannone del Pdl, Daniele Molgora della Lega) su un totale di 26 i deputati in carica che hanno presentato ricorso al Consiglio di giurisdizione della Camera contro la decisione dell’ufficio di presidenza di Montecitorio di modificare il sistema previdenziale dei deputati. I restanti 23 sono tutti ex parlamentari, specialmente della XII legislatura, la maggior parte della Lega nord (ben 15 in tutto). Lo ha reso noto il presidente del Consiglio di Giurisdizione, Giuseppe Consolo (Fli), dopo la riunione di oggi in cui è stata fissata per il 18 aprile prossimoalle 13.30 la prima udienza pubblica.

  • Egregia Angela, proprio perché Maiorano è una brava persona la sua elezione a candidato sindaco attraverso le liste del PD stride con le qualità politiche e morali che molti gli riconoscono. Vada a vedere in cosa si è distinto il PD in Regione Lombardia e che fine ha fatto il suo candidato alla Presidenza, oppure come ha votato per l’abolizione delle province, per le missioni di pace (o di guerra) oppure per la riduzione degli emolumenti ai parlamentari. Se GBM avesse voluto rompere con questo sistema o non lo avesse condiviso, si sarebbe candidato in una lista svincolata dal partito che invece rappresenta nel territorio.

  • Anonimo

    Fcoraz fa il comico di mestiere, non l’avrete mica preso sul serio! Sa benissimo che Maiorano è una persona integerrima ed intelligente e che queste virtù gli vengono riconosciute anche da coloro che non l’hanno votato.

  • Angela

    Non condivido gentilissimo fcoraz il suo commento. Non è l’appartenenza ad una sigla di partito che si individuano gli uomini! allora, per mettermi al suo pari e, se vogliamo fare i bambini dell’asilo, anche un esponente PDL a Roma tramite una compravendita di immobili ha guadagnato in un sol giorno 18 milioni di euro fregando tutti!.Ogni uomo è responsabile delle proprio azioni sia esso un semplice cittadino o uomo politico. Ritengo che i cittadini che hanno votato Maiorano non si siano preoccupati della sigla politica di appartenenza bensi la serietà ,l’onestà e l’impegno dell’uomo Maiorano!
    a lei non piacerà ma cosi è.
    PS:
    non sottovaluti gli elettori di Buccinasco sono più in gamba di quel che lei crede che le piaccia o no.

  • Alcuni di quelli che “fingono di ridursi lo stipendio” appartengono allo stesso partito di quello che ha vinto le primarie l’altro ieri. Questa constatazione postuma a quel voto purtroppo non è risultata chiara alla maggioranza degli elettori di csx di Buccinasco.

  • forza lega

    I 13 milioni della Margherita
    finiti nelle società del tesoriere
    A Lusi 90 bonifici. Soldi per l’appartamento e in Canada. Il senatore del Pd è indagato per appropriazione indebita

    Luigi LusiLuigi Lusi
    ROMA – Soldi del partito utilizzati per acquistare un appartamento al centro di Roma e altri beni personali. Ben 13 milioni di euro della Margherita che l’ex tesoriere del partito è accusato di aver dirottato su società italiane ed estere. Si tratta di rimborsi elettorali e di altri finanziamenti provenienti dal Partito democratico, ma Luigi Lusi – tuttora senatore del Pd – li avrebbe gestiti come se fossero suoi. Per questo è indagato per appropriazione indebita dalla Procura di Roma, ma l’inchiesta non è terminata. Ci sono ancora alcuni aspetti da chiarire e uno riguarda l’intera movimentazione del conto corrente, sul quale aveva la delega a operare anche l’ex presidente Francesco Rutelli che ha già annunciato di essersi costituito parte civile insieme agli ex vertici del partito. L’attuale leader di Api è stato interrogato come testimone dai magistrati e ha dichiarato di non aver mai avuto alcun ruolo nella gestione economica. Lusi avrebbe invece ammesso di aver spostato i soldi e non è escluso che alla fine possa addirittura decidere di patteggiare la pena. Intanto sono stati comunque disposti ulteriori controlli per ricostruire «entrate» e «uscite» tra il gennaio 2008 e l’estate 2011, esattamente il periodo durante il quale il senatore avrebbe «svuotato» il conto, per verificare eventuali altri trasferimenti illeciti.

    L’appartamento di lusso
    Gli accertamenti vengono avviati nel novembre scorso quando i magistrati ricevono una segnalazione di operazione sospetta da Bankitalia. Da un conto corrente intestato a «Democrazia e libertà» sono infatti partiti novanta bonifici in poco più di due anni e mezzo e dunque si chiede alla Guardia di Finanza di scoprire causali e destinatari dei soldi. Quel deposito – come scoprono gli investigatori delle Fiamme gialle – «è alimentato da accrediti disposti a titolo di rimborso elettorale e da trasferimento di fondi del Partito democratico». Si scopre così che gli accrediti sono stati tutti inviati alla «TTT srl». Si tratta di una società riconducibile a Lusi e il passaggio di denaro è stato giustificato come «pagamento di fatture per consulenze». In realtà le verifiche patrimoniali raccontano tutt’altra storia. Con i soldi del partito, l’ex tesoriere della Margherita ha acquistato uno splendido appartamento in via Monserrato 24, nel cuore della Capitale, e l’ha pagato un milione e 900 mila euro. Agli atti dell’indagine viene allegata la pratica di mutuo e la documentazione dalla quale risulta che l’acquirente è proprio il politico del centrosinistra, visto che negli atti notarili non vengono indicati altri beneficiari.

    Le società canadesi
    Le verifiche proseguono e l’attenzione degli investigatori si concentrano su un’azienda che si occupa di transazioni di stabili e appartamenti, la «Paradiso immobiliare». Le prime verifiche accreditano l’ipotesi che anche in questo caso possa trattarsi di un trasferimento fittizio di denaro che in realtà ritorna poi nella disponibilità privata di Lusi. Ma sono gli importi a interessare chi indaga. Perché c’è un primo trasferimento di un milione e 863 mila euro nella casse di questa società e viene disposto un ulteriore accredito allo stesso beneficiario, questa volta pari a 2 milioni e 815 mila euro. La causale è sempre la stessa: consulenze. È possibile che si tratti di prestazioni professionali legate a compravendite di beni molto costosi, ma perché utilizzare i soldi del partito? Lusi si è davvero appropriato indebitamente di tutti questi soldi o copre invece affari di altri? Una pista da seguire porta direttamente a Toronto, dove ha sede la Luigia Ltd, società di dominio canadese anch’essa riconducibile a Lusi, che riceve 272 mila euro. E poi ci sono trasferimenti di somme di inferiore entità, ma ritenuti comunque interessanti dagli inquirenti perché riguardano direttamente Lusi. Sul suo conto personale vengono bonificati 49 mila euro, altri 60 mila arrivano invece su quelli intestati al suo studio legale. Ulteriori 119 mila euro li riceve pure uno studio di architettura «Giannone-Petricone» che ha sede in Canada. Non sembra affatto una coincidenza il fatto che Pina Petricone è la moglie di Lusi e risulta nata a Toronto.

    Le mancate autorizzazioni
    Il senatore del Pd viene convocato in Procura la scorsa settimana e gli viene chiesto conto di ogni movimentazione. Secondo le indiscrezioni non avrebbe negato il trasferimento di denaro e adesso i magistrati vogliono capire se davvero sia riuscito a sottrarre i 13 milioni senza che nessuno se ne accorgesse, o se invece abbia potuto contare sulla complicità di qualcuno. Appare infatti poco credibile che in tre anni – quando la Margherita era già fusa con i Ds ed era nato il Partito democratico – nessuno gli abbia chiesto conto della destinazione dei soldi. Anche perché si trattava per la maggior parte di rimborsi elettorali e dunque di disponibilità da utilizzare per iniziative degli esponenti del partito o comunque da concordare con il Pd che, tra l’altro, aveva dirottato parte dei finanziamenti proprio su quel deposito.

    Rutelli ha negato di aver autorizzato trasferimenti di somme, bisognerà capire che tipo di controlli erano stati predisposti dalla Margherita, tenendo conto che circa 5 milioni sono stati utilizzati per pagare le tasse. Si deve verificare se si trattava di imposte relative ai soldi ricevuti dalla Margherita dopo le elezioni oppure di balzelli relativi agli affari privati. E così stabilire anche chi avrebbe dovuto vigilare sul corretto utilizzo dei soldi e non l’ha fatto.

    Fiorenza Sarzanini31 gennaio 2012 | 7:30© RIPRODUZIONE RISERVATA

  • Anonimo

    che maledetti tutti uguali