Formigoni indagato per associazione a delinquere
I pm milanesi hanno chiuso le indagini sulla fondazione Maugeri e hanno ipotizzato, per il governatore Formigoni, il reato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. Con Formigoni sono 17 gli indagati, tra cui il faccendiere Pier Angelo Daccò. Nelle carte degli inquirenti Formigoni risulta «promotore e organizzatore» dell’associazione a delinquere e avrebbe garantito tra il 1997 e il 2011 favori alla Fondazione Maugeri e tra il 2002 e il 2011 al San Raffaele. Stando alla ricostruzione della procura Formigoni avrebbe favorito, grazie a delibere di giunta, i due poli sanitari e in cambio avrebbe ricevuto favori per 8 milioni di euro. Formigoni, in tutti questi anni non avrebbe speso nemmeno un euro. A dimostrarlo, secondo i pm, sono i suoi movimenti contabili.
«Caffè Sanità»: così il governatore e altri indagati chiamavano, nelle e-mail sequestrate dalla procura, le riunioni pre-giunta che si svolgevano al Pirellone per decidere quali favori attribuire alla Maugeri. Decisive nella ricostruzione le testimonianze di funzionari del Pirellone. Inoltre risulterebbero somme di denaro contante periodicamente consegnate a Milano da Daccò a Formigoni di importo non determinato e, comunque, complessivamente non inferiori a circa 270mila euro. Tra le altre utilità che Formigoni ha ottenuto negli anni c’è stata anche «la possibilità di acquistare, tramite Alberto Perego (che abita con Formigoni) la villa in Sardenga ad Arzachena a un prezzo notevolmente inferiore a quello di mercato (quantomeno per un importo di circa 1.500.000 euro)». Tra i vantaggi ottenuti anche «600.000 euro per la campagna elettorale nella competizione per la Regione Lombardia nel 2010» e, tra le altre cose, «70.000 euro per l’organizzazione di cene e convention, nell’interesse di Formigoni, durante del edizioni del Meeting di Comunicazione e Liberazione di Rimini».
Redazione online Il Tempo