Il governatore impresentabile è arrivato ormai al capolinea

L’inchiesta per corruzione a carico di Davide Boni, presidente leghista del Consiglio regionale della Lombardia, proietta ufficialmente anche il Carroccio nel vortice di mazzette, affari opachi e corruzione che avvolge e travolge il Pirellone. Un’altra indagine della Procura, altre tangenti passate di mano in mano, forse negli stessi uffici della Regione, un altro partito nella tempesta: questa volta è la Lega, proprio all’indomani delle minacce rivolte dal suo leader, Umberto Bossi, al premier Mario Monti.

Il Pirellone, popolato da un imbarazzante numero di inquisiti, è un caso politico grande come il grattacielo che Formigoni si è fatto costruire a imperitura gloria del suo ventennio di governo. E la sua classe dirigente, la si guardi da destra o da sinistra, restituisce l’immagine di una politica pervasa dall’affarismo e dalla corruzione, ostinatamente aggrappata al privilegio, scollegata dalla realtà.

Ciò che fingono di ignorare gli uomini del Pirellone – compresi i sedicenti moralizzatori della Lega che avevano minacciato di far cadere Formigoni proprio a causa dei molteplici pasticci in cui erano finiti i suoi compagni di partito – è che tra i banchi del Consiglio siedono otto indagati per reati che spaziano dalla corruzione fino allo sfruttamento della prostituzione. Che quattro dei cinque componenti dell’Ufficio di presidenza – incautamente presentato dal leghista Boni come “una Ferrari” – sono assediati dalle inchieste. Che Prosperini (ex leghista traslocato nel Pdl), Boni, Ponzoni e Nicoli Cristiani non sono personaggi capitati al Pirellone per caso, ma assessori della giunta guidata da Formigoni fino a due anni fa.Ciò che Formigoni, nelle sue reiterate rivendicazioni di buongoverno, sistematicamente dribbla sono gli scandali che da anni – con il silenzio complice degli alleati leghisti, che anzi esprimono l’assessore alla Sanità – divorano il mito dell’efficienza del sistema sanitario lombardo: i Drg taroccati dalle cliniche convenzionate per incassare i rimborsi della Regione, gli interventi chirurgici “inventati” per la stessa ragione, le centinaia di milioni accordati alla sedicente eccellenza del San Raffaele, i finanziamenti-lampo alle Fondazioni amiche (di Cl o della Compagnia delle Opere) come l’Asilo Mariuccia. Ciò che Formigoni liquida sono le 618 firme false accertatedalle perizie in calce al listino che, alle Regionali 2010, portava il suo nome. Ciò di cui non vuole neppure sentir parlare sono le manovre con i faccendieri della cosiddetta P3 per far riammettere la lista, inzialmente esclusa.Formigoni è un leader sfiancato, privo di iniziativa politica, indebolito dagli scandali e dalle inchieste sui suoi uomini di fiducia, circondato da un manipolo di fedelissimi ciellini pronti a immolarsi per gli affari della CdO. Il suo orizzonte non è più la Lombardia, ma Roma: otto su dieci delle sue molteplici esternazioni su giornali e social media, di cui è frequentatore assiduo, riguardano temi di interesse nazionale. Sa, Formigoni, che il 2013 è l’ultima chance per spiccare il balzo dalla politica locale a quella nazionale. Si agita, briga, reclama le primarie, sfida il segretario del suo partito, poi intravvede movimenti al centro e si candida a primo sostenitore di una futura premiership Passera, poi ribadisce che resterà presidente della Lombardia, ma non ci crede neppure lui. Tra una sortita e l’altra, si barcamena al Pirellone, forte di un sistema di potere pervasivo e cementato in lustri di governo, confidando più sulla debolezza degli altri (compresa la sinistra azzoppata dall’affare Penati) che sulla forza propria.Al punto che, giurano alcuni dei suoi, Formigoni avrebbe accolto con un mezzo sorriso la notizia dell’inchiesta su Boni: la Lega, a questo punto coinvolta negli scandali giudiziari tanto quanto il Pdl, perde la sua arma più pericolosa. Per concludere che la somma algebrica di tutto ciò non può essere altro che il ritorno immediato alle urne, per rimettere nelle mani dei cittadini l’occasione di un rinnovamento profondo della leadership e della classe dirigente lombarda, servirebbe un sussulto di dignità e di responsabilità della politica. Prevedere che ciò possa avvenire, oggi o nel prossimo futuro, nel Pirellone degli scandali, è davvero un azzardo.

(07 marzo 2012)

LA REPUBBLICA

8 commenti

  • Anonimo

    lega nord ladroni a casa nostra

  • Alberto Schiavone

    Sshhhhhttttt !!!
    Silenzio [!] … si ruba.

    “l’Italia e’ una repubblica democratica fondata sulla corruzione” indovinate?

  • Roberto

    Forcaiolo….addirittura ?
    Ciao ,anonimo……

  • Anonimo

    Ma guarda un po’, il forcaiolo Roberto pronto a fare illazioni su tutti, è diventato di colpo garantista. Che vergogna

  • Roberto

    Tranquillo…..NO LEGA….scriviamo,scriviamo !!

    Giusto che chi sbaglia…se si dimostra che ha sbagliato…. paghi……la regola vale per tutti e da poco tempo anche per i Magistrati grazie ad un emendamento voluto fortemente dalla Lega Nord tramite il deputato PINI GIANLUCA
    che ne è stato il primo firmatario……..e prontamente hanno cercato di fargli le pulci in tasca “avvisandolo” per millantato credito….un’accusa ridicola….che potete trovare benissimo in internet!!

    Io penso che si stia cercando di dimostrare che i Politici sono tutti,ma proprio tutti….UGUALI ! E che il governo Monti è leggittimato…anzi è più che legittimo !

    Tornando a Buccinasco ed al mio piccolissimo e per adesso insignificante….o quasi….di ” politicamente vissuto”……..mi vengono in mente le parole di un bel personaggino che si è subito “scomodato” e premurato di farmi sapere che anche a Buccinasco…sono tutti,ma proprio tutti…UGUALI ….!
    Vedremo…..io non ne sono convinto !
    Altrimenti non sarei proprio quì a scrivere….Saluti.

  • Flavio Turin

    Abbiamo la stesso atteggiamento
    (io che Lega votavo una decina d’anni fa):

    per una Regione che funziona
    non serve il vento del risentimento.
    – anche nel mio Lavoro di Trader
    un piccolo investitore deve “minimizzare gli attriti”,
    altrimenti la sfera di piombo,
    in una descrizione cinematicamente perfetta,
    non finirebbe mai in uno stato di quiete.
    Analogamente per la Prov di Penati.

    Se poi, invece, macroscopicamente non si raggiungono i risultati,
    serve scomporre forze e vettori,
    dipendenza dal tempo dello spazio S/Costo.
    Avete capito cos’è, no, lo Spazio/Costo in funzione del tempo, lo [Spazio-Tempo] classico è la traiettoria della Cinematica, mentre lo [(Spazio-a sua volta dip da Tempo)-Tempo] è la complessità delle Opzioni ?
    Ecco, quello di cui gli Amministratori Comun, Prov e Reg potrebbero far a meno
    è tale complessità, a cui molto spesso si aggiungono le “furbate dei market makers”, in analogia ai Covered Warrants.
    – lasciamo ai lettori attenti comprendere cosa e chi intendo in qs modello, per “market makers” –
    Il tutto, nell’attesa di un miglior progetto di bilancio delle Energie e Quantità di Moto.

    Conosco un ragazzo meno che 18enne, che frequenta il mio liceo di MI, il suo babbo, laureato in Fisica, è anche Rettore a Castellanza.
    Ci piacerebbe sapere la sua “correzione” al nostro modellino. Grazie.

  • NO LEGA

    ops… i leghisti di bucci non scrivono più?

  • Anonimo

    LE CARTE DELL’INCHIESTA

    Le mazzette erano nascoste nei cd. Nuove rivelazioni sul giro di tangenti che vede indagato per corruzione il presidente del consiglio regionale della Lombardia, il leghista Davide Boni, e altre 4 persone. L’inchiesta si allarga, ci sarebbero altre dieci persone coinvolte tra cui una donna ex vicesindaco del Carroccio.

    “Gli ho dato effettivamente 200mila euro”. A far tremare il Pirellone è l’architetto Michele Ugliola che confessa ai pm di aver consegnato due volte a Ghezzi (portavoce di Boni, ndr) in contanti complessivamente 300mila euro destinati all’allora assessore regionale all’Urbanistica e attuale presidente leghista del consiglio regionale lombardo, e provenienti a dire di Ugliola in parte da stanziamenti dell’immobiliarista Luigi Zunino in relazione ai progetti di Santa Giulia a Milano ed ex area Falck a Sesto San Giovanni, e in parte da Monastero per il piano di un centro commerciale in provincia di Pavia. Soldi che il cognato di Ugliola, Leuci, dice di aver contribuito a raccogliere e che, pur non avendo visto consegnare, di sponda sostiene siano stati in un’occasione nascosti dentro custodie di cd al posto delle più tradizionali buste.
    Nel corso del 2008 nell’ufficio di Boni sono state recapitate “6 0 7 buste” piene di denaro, rivle Repubblica. “La somma venne da me data al Ghezzi (capo segretaria di Boni e indagato, ndr), dal quale mi recavo la mattina presto, nel suo ufficio in Regione, in via Sassetti, all’undicesimo piano”. La causale erano le percentuali per gli “affari andati in essere nel Comune di Cassnao D’Adda”, rivela Ugliola.

    Le tariffe erano concordate. Per la realizzione di a Lonate POzzolo di un impianto per lo smaltimento di amianto, un imprenditore stanzia 200mila euro, “da destinare a tangenti per ottenere l’autorizzazione dei politici competenti”. Ugliola ne parla con “Boni, Ghezzi e Buscemi. Boni e Ghezzi ritengono l’importo congruo e ne accettano la promessa, mentre Buscemi in questa occasione non ne volle. Aveva un forte interesse ad ottenere la valutazione d’impatto ambientale, per la quale stavnao stipulando un incarico professionale per una società del suocero Daccò (detenuto per il crack del San Raffaele, ndr)”, scrive Repubblica.

    Al momento però non risultano effettive destinazioni di tangenti per la Lega in quanto partito. Cio sarebbero solo quei 20.000 euro che l’assessore leghista a Cassano, Paoletti, ammette di aver sbagliato ad accettare nella busta datagli da Ugliola. Con quei soldi Paoletti espone a Ghezzi il desiderio di partecipare a una campagna elettorale di Boni, ma Ghezzi avrebbe declinato il l’offerta, chiedendo a Paoletti di concentrarsi sulla raccolta di voti alle elezioni e per il resto confermandogli invece che ai soldi avrebbe continuato a pensare Ugliola: così, non più di un migliaio di euro sarebbe andato in rimborsi di spese del partito, rivela il Corriere.

    La Procura si sta concentrando su un doppio livello di spesa e sul rapporto Pdl-Lega. Gli imprenditori avrebbero pagato esponenti politici per avere garanzie sui via libera ai progetti, e pagando anche altri politici per garantirsi l’aiuto dei tecnici per l’iter di una pratica urbanistica.