Maurizio Carbonera : Intervento Consiglio Comunale 8 giugno 2012

Maurizio CarboneraQuanto accaduto anche alla precedente amministrazione a Buccinasco ha analogie con la nave Costa Concordia che ha urtato gli scogli per inclinarsi sulla fiancata. Siamo partiti da piccole concessioni, piccole deroghe alla coscienza ed al senso del bene comune per arrivare ad un finale tragico.

La differenza è che non c’è un solo comandante che pecca di negligenza, di codardia, di superficialità. E’ un sistema. E’ un male diffuso. E’ come se improvvisamente si scoprisse che c’è un difetto di fondo nel lavoro dei cantieri navali che nel tempo hanno varato navi talmente poco affidabili da essere destinate inevitabilmente ad affondare.

Anche quando si cerca di correre ai ripari cogliendo  la drammaticità della situazione fino a comprenderne il male strutturale, i partiti/armatori non se la sentono di riconsiderare i materiali di costruzione, di analizzare a fondo il metodo di lavoro, nè di rinunciare alle rotte tradizionali che prevedono di navigare sotto costa dove i fondali sono troppo bassi per scafi pesanti, stracarichi e di dimensione troppo grandi.

Il tema che ci viene posto è il senso della politica oggi. La sua direzione di marcia.

I risultati delle ultime elezioni amministrative, il successo di nuove liste potrebbero indurre ad alcune considerazioni sulla capacità di scelta degli italiani, via via affascinati da questo o quel demagogo.

Ma sarebbe sbagliato!

I fenomeni sociali, ed anche quelli elettorali, vanno giudicati ma anche analizzati e spiegati. Gli italiani si sentono frustati e sconfitti. Questi mesi sono stati davvero difficili. Le misure dell’esecutivo hanno colpito i loro redditi e la loro fiducia nel futuro. Nessuno degli indicatori sociali ed economici è oggi positivo. Cresce la disoccupazione, cresce la cassa integrazione, cala il pil ed il famoso spread non si riduce quanto era stato auspicato.

La crescita economica è una speranza remota.

Il timore di finire come la Grecia non è per niente cancellato.

Nelle prossime elezioni politiche del 2013 si rischia che in pochi potrebbero andare a votare, rinnegando una politica che ha perso senso e credibilità. I partiti in questi anni non sono riusciti ad intercettare e rappresentare la sofferenza e la disillusione. Fenomeni come quelli di Beppe Grillo rappresentano una parte consistente dell’umore e dei sentimenti popolari. Questa persona è stata in grado di cavalcare lo scontento, la paura, l’insoddisfazione, la rabbia di molti. E anche i cattivi umori, le pulsioni più immediate, lo sdegno moralista e persino alcune meditazioni serie e profonde sul cattivo funzionamento del sistema politico. In effetti, la nostra società così poco paurosa all’apparenza, è in realtà più spaventata che mai.

Siamo incapaci di pensare in un orizzonte collettivo e pubblico, costretti a correre sempre, via da ogni approfondimento, via dai sentimenti e dalle relazioni, i quali richiedono un tempo morto, improduttivo.

Abbiamo bisogno di rinnovare una partecipazione scoraggiata da cattivi esempi e maestri senza titoli.

Abbiamo bisogno di ridefinire la rotta per riscoprire il fascino e la bellezza della politica dentro le navi dei partiti, nelle tante barche a vela della società civile e nella barche a remi dei cittadini nel loro quotidiano.

Una politica che profumi dei mille sapori e dei mille colori della strada. Una politica che torni a parlare il linguaggio della gente stando accanto ai loro bisogni.

Ma i buoni esempi non mancano nemmeno nella politica dei partiti. Spesso sono rintracciabili nelle fatiche degli enti locali. In quelle aree in cui si è chiamati a vivere l’eroismo della normalità, dove bisogna ricostruire un tessuto di fiducia tra istituzioni e cittadini, dove è necessario tagliare i fili del malaffare.

Sovente si tratta di persone isolate, spesso sono donne, le loro storie di dignità non fanno notizia.

Di loro si parla molto poco anche se sarebbero in grado di stare al timone di navi che solcano al largo il mare di una politica degna di questo nome.

Ma tornando al veliero di Buccinasco.

Quando le persone si complimentavano per il risultato elettorale normalmente non manifestavo la gioia conseguente, troppi sono stati i problemi che questa città ha dovuto affrontare e tante le fatiche che abbiamo dovuto sostenere in questi anni di impegno civico. Forse mi pesava ancora il risultato nefasto del 2007, dove sono stato sconfitto come Candidato Sindaco, al primo turno dopo cinque anni di impegno amministrativo che avevano trasformato in tutti i sensi questa città, che era diventata una bella città.

Quanto accaduto in questi anni ha ucciso l’identità di Buccinasco ed incrementato la sua nomea negativa. Le persone che hanno maggiore responsabilità di questa situazione sono facilmente individuabili, erano  le persone che avevano la formula per tutto, per qualsiasi problema e soluzione di problema. Ma mancando di cultura politica e di riferimenti valoriali, di esperienza, di professionalità hanno fatto diventare la politica stessa sterile prosciugando la fiducia, generando tristezza e vergogna,   creando  diffidenza da parte dei cittadini non solo nei loro riguardi ma nei confronti di tutti quelli che pensano di interessarsi della polis.

La fiducia  in politica è tutto. Costituisce l’elemento indispensabile in un sistema democratico fatto di partecipazione diretta e partecipazione delegata.

Avevamo cercato di costruire una comunità, che non era un mucchio di alloggi e individui, ma relazione fra cittadini, spazio pubblico, incontri, luoghi che significavano emozioni autentiche, memorie. Perché non c’è comunità senza reti di relazioni e legami di solidarietà sempre più diffusi: dalle parentele alle amicizie, dai gruppi sociali e di volontariato a quelli culturali ed associativi. Perché non c’è comunità senza una diffusa responsabilità sociale capace di dare risposte concrete e di far vivere il sentimento di comunità. Perché il territorio è bene comune a cui tutti contribuiamo con le nostre idee, le nostre passioni, il nostro lavoro, le nostre fatiche.

Alla nuova amministrazione guidata da un galantuomo come il Sindaco Maiorano, forte di tante serie e credibili competenze ma allo stesso tempo capace di aprirsi coinvolgendo tante persone nuove con un percorso che è partito circa 15 mesi fa individuando contenuti, raccogliendo idee, riaggiornando proposte, in un percorso che si è sviluppato con modalità condivise e compartecipate, spetta la concretizzazione di una visione condivisa di futuro desiderabile sapendo che dovremo abituarci ad avere meno risorse, dovremo affrontare la minore ricchezza in modo consapevole, in modo giusto.

Bisogna che questa Amministrazione sia in grado di sviluppare un modello più attento ai bisogni di tutti anche dei soggetti marginali, delle persone più povere, delle persone svantaggiate, delle persone appartenenti alle future generazioni.

Bisogna capire come fare diventare l’Amministrazione pubblica, l’associazionismo e l’impegno civico un antivirus rispetto alla malattia rappresentata dall’illegalità. La legalità è esempio, è testimonianza, è impegno, è autonomia, è libertà. La sicurezza si è ridotta a questione solo di ordine pubblico e di controllo attraverso le telecamere con interventi che rischiano di essere non sufficientemente incisivi, invece di radicare la sicurezza in una cultura della legalità, in una educazione ai valori forti che chiedono alla politica di essere rappresentati, sapendo che il rispetto delle leggi riguarda le relazioni con gli altri, entra nell’intimo della vita  e degli affetti e riguarda il proprio corpo, il camminare nelle strade, lo stare nella propria casa, cresce attraverso una cultura della responsabilità verso l’altro, si declina in giustizia sociale ed equità.

Bisogna che questa Amministrazione sia in grado di superare, attraverso l’approvazione di un Piano di Governo del Territorio attento al NON consumo del territorio e ad una crescita che risponda ai bisogni della città introducendo il limite del SALDO NATURALE, un’altra delle malattie che riguardano il nostro Comune e tanti altri ed è rappresentata dal cemento e dalle costruzioni con gli interessi trasversali ad esso collegati.

Bisogna che questa Amministrazione sia molto attenta alla scuola ed ai giovani, il territorio deve essere praticato come opportunità vivendo la politica come vicinanza, preservando l’ambiente e limitando l’espansione continua del suo consumo che viene fatto passare per sviluppo e crescita. Dobbiamo per primi essere quelli che rispettano le regole avendo valori da condividere.

Preparerò delle prime interrogazioni riferite ad una serie di attività che si sono svolte nel territorio in questi anni e delle quali ho difficoltà a comprendere come si sono svolte.

La prima questione riguarda il Campo Sinti. L’approccio che ha avuto il Commissario Prefettizio è stato di individuare la loro situazione come un elemento di disturbo rispetto all’integrità del Parco Agricolo Sud-milanese. Erano le loro cinque casette, costruite prima della definizione dei vincoli, a costituire il problema; facendo allo stesso tempo finta di non sapere che lo stesso edificio presente negli orti comunali è stato costruito dal Comune senza l’autorizzazione del Parco. Ma nei  confronti dei Sinti troppe volte agiamo con prevenzione: ci lamentiamo dei loro presunti privilegi, li consideriamo gente che non si comporta correttamente e non rispetta le regole. E poi non vengono definiti come nomadi perciò giustamente senza luogo, non vivono alla periferia mentre noi stiamo al centro, e poi non lavorano o hanno poca voglia di lavorare e via così. Per riportare la legalità demolendo le loro casette abbiamo speso tanti soldi pubblici. All’Amministrazione chiedo di conoscere quanti soldi abbiamo speso per avvocati, ingiunzioni, polizia locale, carabinieri, ruspe, camion, nuove roulotte, trasporto delle roulotte, personale, incontri, ecc.

La seconda questione riguarda Buccinasco Castello dove è venuto fuori un pateracchio nel quale non riesco a capire come se ne uscirà questo perché, sempre il Commissario Prefettizio, ha voluto approvare a tutti i costi il Piano Integrato di Intervento, anche se il suo compito era quello di interessarsi SOLO dell’ordinaria amministrazione, senza le autorizzazioni del Parco Sud che è ricorso al TAR impugnando la Delibera. La stessa cosa era capitata alla mia Amministrazione nel 2002 che si è trovata con l’approvazione da parte del Commissario Prefettizio di allora del Piano denominato Buccinasco più.

La terza riguarda la costruzione denominata “casa delle mondine” che presentava tutta una serie di vincoli storici e dove invece sta sorgendo una costruzione di più piani.

Come lo stesso Piano edilizio di Via don Minzoni angolo Via dei Mille dove stanno sorgendo palazzi di sei piani a ridosso di case di uno o due piani.

Come l’acquisizione di tutta una serie di attività commerciali presenti sul territorio con l’apertura di iniziative che mi generano qualche interrogativo sia sui cambiamenti di proprietà che sulla provenienza delle risorse economiche.

Come la vicenda della vecchia piattaforma ecologica messa  all’asta senza averla bonificata.

Come il parcheggio realizzato in maniera irregolare su terreno pubblico da parte dei proprietari dell’ex Mercedes ed attualmente in loro uso.

Come quella struttura industriale collocata in prossimità del ponte della tangenziale che porta a Gudo Gambaredo edificata in tempi da record edilizio

Come Lista “per Buccinasco” abbiamo deciso di fotografare ad oggi tutto il territorio per evitare l’assegnazione di responsabilità future contando sui difetti della memoria. Inoltre vogliamo dare vita ad un osservatorio relativo a quello che avviene sul territorio rispetto alle nuove costruzioni ed alle modifiche di destinazione.

Termino il mio intervento cogliendo l’opportunità, che ci è data da questo inizio di percorso con tante persone nuove, di  invitare tutti, a partire dal sottoscritto, ad un proficuo confronto di idee e proposte nell’interesse del nostro Comune evitando comportamenti e contenuti che possano risultare inutili e non corretti rispetto agli altri, evitando le modalità di relazione che negli scorsi anni  tentavano di portare qualsiasi discussione su un piano di scontro, generando discredito tra i cittadini presenti e svalutando l’impegno politico di tutti.

Invito il Sindaco ad aprire un tavolo di confronto sulle concretezze con tutti i gruppi consiliari in modo da avviare una fase diversa.

Maurizio Carbonera
Consigliere comunale
Lista Civica “per Buccinasco”
http://perbuccinasco.wordpress.com

3 commenti

  • Toni

    Caro Maurizio, un buon intervento, e non poteva essere diversamente.
    Ma non voglio esprimere i miei complimenti con questo post, ma chiederti (e attraverso te alla coalizione di governo e ogni consigliere) di andare avanti fini in fondo nel concetto che hai espresso e che riporto:

    “Avevamo cercato di costruire una comunità, che non era un mucchio di alloggi e individui, ma relazione fra cittadini, spazio pubblico, incontri, luoghi che significavano emozioni autentiche, memorie. Perché non c’è comunità senza reti di relazioni e legami di solidarietà sempre più diffusi: dalle parentele alle amicizie, dai gruppi sociali e di volontariato a quelli culturali ed associativi. Perché non c’è comunità senza una diffusa responsabilità sociale capace di dare risposte concrete e di far vivere il sentimento di comunità. Perché il territorio è bene comune a cui tutti contribuiamo con le nostre idee, le nostre passioni, il nostro lavoro, le nostre fatiche.”

    E’ più facile contare i piani di una nuova palazzina, una mancata bonifica di un terreno, dei passaggi di proprietà commerciali sospette che riuscire effettivamente a capire e realizzare reti di relazioni / comunità.

    Credo che l’insufficienza delle reti di relazioni (e quindi insufficienza di comunità) abbia portato alla tua non riconferma nella precedente tornata amministrativa, ma non è mio intendimento far polemica, sarebbe stucchevole e soprattutto inutile.
    Voglio invece affermare, attraverso quella NOSTRA sconfitta, che questa volta non possiamo sbagliare.
    Dopo cinque anni non possiamo restituire una città amministrata bene (come ritengo lo sarà) ma con RETI SOCIALI ancora DEBOLI.
    Dobbiamo fare uno sforzo straordinario per definire i servizi e le attività necessarie (per quantità e qualità) indispensabili per far crescere reti di relazioni e fare comunità.
    Quindi un pensiero e un’azione su come REALIZZARLI.
    Deve aprirsi un canale di comunicazione e di lavoro tra la nuova amministrazione e la città superando quegli steccati di delega tra amministratori e amministrati.
    Spero si realizzi (e tutti gli eletti di maggioranza hanno una responsabilità in termini di facilitatori) altrimenti rimarranno le nostre rotonde curate, i parchi con l’erba tagliata, le piste ciclabili più o meno ramificate, le fontane, i laghetti, una certa ostruzione ad edificare ulteriormente…………. Comunità però è un’altra cosa!

  • Rosa Palone

    Le parole di Maurizio ogni volta ti insegnano qualcosa di nuovo e straordinario !

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