Montalto di Castro: NO ALLA PAZZIA NUCLEARE
Fanno sul serio, vogliono costruire veramente delle centrali nucleari in Italia, vogliono fottere definitivamente il nostro Paese con lo sperpero di decine di miliardi di euro per una tecnologia obsoleta e pericolosissima, in una nazione dove la concentrazione abitativa è alta e dove tutto il territorio è a rischio sismico o idrogeologico, così come le recenti sciagure di Messina e L’Aquila insegnano.
Vogliono fare dell’Italia l’unico Paese europeo che, invece di andare verso le energie rinnovabili, guarda al passato energetico che gli altri hanno oramai scartato.
MONTALTO DI CASTRO – Vent’anni fa la battaglia contro il nucleare partì proprio da qui, dalla centrale in costruzione a Montalto di Castro, tra Lazio e Toscana. Battaglia che poi scaturì nel referendum contro il nucleare. La storia, come un improbabile eterno ritorno, si ripete negli stessi luoghi, sabato 31 ottobre, nel giorno di Halloween.
Uno dei siti individuati dal governo per il nuovo nucleare in Italia – spiega Erasmo de Angelis, presidente della Commissione Territorio e Ambiente del Consiglio regionale della Toscana – potrebbe essere proprio questo di Montalto».
GLI EVENTI – Una giornata di protesta, con corteo davanti alla centrale, ma anche un sabato di iniziative ed eventi. Ci saranno laboratori tematici di educazione ambientale, visite agli stand per le energie rinnovabili, dibattiti di comitati, associazioni, comuni e cittadini sul «no al nucleare». Dice Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente: «Il nucleare è una fonte costosa e pericolosa che ha un forte impatto nei territori con gravi danni per il tessuto economico e per le imprese. La Maremma, che rappresenta un’eccellenza per l’ambiente, il turismo e l’agricoltura di qualità, non può sopportare il peso di una centrale nucleare, come del resto tutta l’Italia».
Secondo Legambiente la realizzazione di due reattori a Montalto di Castro «rappresenterebbe un grave rischio per le popolazioni residenti oltre che una vera e propria minaccia per l’economia e il turismo della Maremma toscana e laziale».