Mozione degli ecologisti per il prossimo congresso dei Verdi
I risultati elettorali e il peso politico dei Verdi europei, in così forte controtendenza rispetto a quelli italiani, dimostrano che lo spazio politico per una forza ecologista può esserci se si è in grado di associare ad un’analisi critica della società un progetto politico realmente e radicalmente alternativo.
Tutti i movimenti più vitali della società civile a livello mondiale, così come i Verdi europei, traggono linfa e ragioni da un’analisi ecologista della realtà, e cioè dal legame indissolubile tra le battaglie per la difesa dell’ambiente e quelle per la giustizia sociale, per il riconoscimento dei diritti civili, per la costruzione della democrazia e della pace.
La proposta politica ecologista racchiude in sè una nuova e migliore prospettiva di vita per tutti, un progetto di futuro sostenibile, una risposta concreta alla crisi complessiva in atto. Una prospettiva ancora più necessaria in Italia con il centrodestra al governo e il centrosinistra indebolito e privo di un comune progetto di futuro sostenibile, alternativo al modello populista proposto dal centrodestra.
Le ultime elezioni europee sono state per Sinistra e Libertà, e quindi per i Verdi italiani che ne hanno fatto parte, un fallimento come già un anno fa era accaduto alla Sinistra Arcobaleno. Il risultato delle europee è stato ancor più negativo rispetto alle elezioni politiche del 2008 perché, pur in assenza del richiamo al ‘voto utile’, i milioni di voti in uscita dal PD non sono stati conquistati neppure in parte da Sinistra e Libertà.
Mentre, perciò, i Verdi italiani sono scomparsi per la prima volta dal 1989 dal Parlamento europeo, come era già accaduto per il Parlamento nazionale, in Europa gli ecologisti registrano uno storico successo elettorale da Nord a Sud. Infatti, i Verdi in Europa moltiplicano i voti e i seggi, superando il 10% in molti paesi; con straordinari risultati in Francia, Germania, Belgio, Danimarca, Lussemburgo, Finlandia, Svezia, Austria, Inghilterra, ma anche in Spagna e in particolare in Grecia, dove sono riusciti ad eleggere per la prima volta un parlamentare europeo. Nel novembre scorso, poi, i Verdi negli USA hanno raddoppiato gli eletti in centinaia di località, contemporaneamente alla vittoria di Obama.
Siamo tutti chiamati a decidere con coraggio di far uscire i Verdi italiani da una situazione di inarrestabile declino e perdita di consensi, rilanciando nel paese un forte progetto ecologista popolare capace di dare una risposta, anche assumendo responsabilità di governo, alla crisi economica globale, ai cambiamenti climatici, all’aggressione al patrimonio e alle risorse naturali, ai diritti di tutti gli esseri viventi. Un progetto che metta al centro della propria azione la lotta alla povertà e ai cambiamenti climatici attraverso una programmata riconversione ecologica dell’economia e della società.
Abbiamo per troppi anni rinunciato a parlare a tutti cittadini, per rivolgerci ad una parte limitata e ideologizzata della popolazione, dimenticando colpevolmente che le nostre tematiche sono universali e trasversali. Questo ha portato i Verdi ad essere interlocutori solo di parti limitate e non di tutti.
Dobbiamo quindi lavorare per fare in modo che la questione ecologica diventi centrale nella politica e nella società del nostro paese, consapevoli che le nostre proposte sono già, in tutto il mondo, il motore per avviare una radicale trasformazione della nostra società e dell’ economia, in un percorso culturale e politico di ricostruzione del senso di appartenenza ad una comunità quale soggetto collettivo.
C’è un aspetto però che dobbiamo affrontare con risolutezza e che riguarda noi stessi, ovvero la nostra inadeguatezza. Non siamo stati all’altezza del compito e la deriva degli ultimi anni rappresenta un punto di non ritorno.
E’ evidente che non possiamo avviare un simile ed ambizioso processo da soli. Dobbiamo, perciò, lavorare da subito per costruire una “rete ecologista” assieme a quel grande movimento di milioni di uomini e donne che -in migliaia di comitati, associazioni, pratiche comuni collegate tra loro -si occupano di ecologia, diritti, pace, nonviolenza, nuova economia, legalità, cooperazione internazionale e decentrata, democrazia.
E tutto ciò recuperando alla causa militante ecologista quelle intelligenze che lavorano in questa direzione nel mondo della ricerca, della scienza, della cultura, dell’informazione e dell’imprenditoria.
Dobbiamo metterci a disposizione di un nuovo percorso, favorendo e stimolando l’avvio nel paese di una fase costituente ecologista, che sappia anche mettere in discussione il vecchio modello di partito, per dare più spazio ad una politica di partecipazione e di democrazia, nel rispetto di un reale federalismo.
Per favorire, come auspichiamo e ci impegniamo a fare, la nascita di un nuovo movimento politico ecologista, dobbiamo superare il modello politico e organizzativo della Federazione nazionale dei Verdi, per come l’abbiamo conosciuta e soprattutto per quello che è diventata negli ultimi anni. Questo non significa per noi in alcun modo liquidare l’esperienza dei Verdi, ma, al contrario, favorire nel nostro paese la nascita di una nuova soggettività politica ecologista, collegata all’esperienza verde europea.
In questi ultimi mesi la dirigenza uscente della Federazione nazionale dei Verdi ha invece stimolato e favorito, senza alcuna legittimazione politica, la nascita dei coordinamenti di Sinistra e Libertà, non opponendo inoltre alcuna obiezione allo scioglimento di gruppi consiliari regionali verdi per formare quelli della Sinistra.
A questa scelta, che ha anche prodotto la sostanziale invisibilità della presenza verde autonoma nelle recenti elezioni amministrative, l’Assemblea nazionale dei Verdi sceglie di dare una risposta immediata e determinata, dando voce a tutti i Verdi e a tutti gli ecologisti che non intendono sciogliersi in una formazione politica che ripropone simboli, linguaggi e contenuti già consumati tante volte nella vicenda politica della sinistra italiana.
Sarebbe totalmente irresponsabile accettare passivamente che nel terzo millennio non esista più in Italia una forza ecologista autonoma e politicamente organizzata, considerata anche la marginalità a cui sono relegate le tematiche ecologiste nelle altre forze politiche.
C’è bisogno di un grande movimento politico ecologista che sappia parlare, a 360 gradi, con tutti i cittadini, forte della propria identità culturale e consapevole della propria autonomia politica, ma capace anche di costruire alleanze e di portare la questione ecologica al centro della politica in Italia.
Le grandi questioni come la pace nel mondo, il contrasto ai cambiamenti climatici, la lotta alla povertà e ad ogni tipo di discriminazione, la sicurezza alimentare, la lotta ad ogni tipo di inquinamento e al traffico, la tutela della salute, la giustizia sociale, i diritti dell’infanzia, la cura del verde, i diritti degli animali, la tutela della biodiversità, la politica energetica basata sulle energie alternative, sul risparmio e l’efficienza energetica e non sul nucleare, le politiche ecologiche per rilanciare l’economia e quindi l’occupazione attraverso la ‘green economy’, sono temi che riguardano tutti i cittadini e non solo una parte di essi.
La costruzione di nuovi contenitori frutto solo di assemblaggi e di vecchie alchimie politiche è stata già punita due volte dagli elettori. Non dobbiamo preoccuparci del nostro futuro personale e particolare, ma del futuro dell’ambientalismo italiano e dell’ecologia politica.
Per tutte queste considerazioni l’Assemblea nazionale dei Verdi italiani considera
– conclusa la partecipazione dei Verdi a “Sinistra e Libertà”.
– superata l’esperienza politica e organizzativa della Federazione nazionale dei Verdi italiani come l’abbiamo e come tutti i cittadini l’hanno conosciuta negli ultimi anni.
I Verdi italiani scelgono di contribuire alla nascita di una Costituente Ecologista, mettendo a disposizione persone, mezzi, esperienze.
Coerentemente e conseguentemente, l’Assemblea nazionale dei Verdi italiani decide di:
– aprire una fase transitoria di gestione della federazione dei Verdi fino a gennaio 2010;
– congelare il simbolo del “Sole che ride” e assumere in via provvisoria il simbolo del girasole dei Verdi europei, fino a quando la Costituente Ecologista deciderà quale simbolo scegliere per il nuovo soggetto politico ecologista;
– congelare le parti dello Statuto e dei Regolamenti nazionali che siano in contrasto con quanto di seguito stabilito;
– eleggere in questa sede due persone, una donna e un uomo, con funzioni di portavoce nazionali e con il compito di:
1. 1. promuovere un tavolo permanente nazionale di confronto tra tutti i soggetti ecologisti interessati (associazioni, movimenti politici, comitati, ecc.);
2. 2. compiere una seria ricognizione della situazione economica dei Verdi e predisporre un piano di utilizzo delle risorse per favorire il nuovo percorso della Costituente Ecologista, che ne preveda la destinazione per 1/3 per al livello nazionale, 1/3 ai livelli regionali, 1/3 da destinare ad azioni legate all’ambiente e ai diritti, promosse dalle associazioni ;
3. 3. compiere una verifica dell’utilizzo dei contributo pubblico per l’editoria in rapporto alla finalità della Costituente Ecologista;
4. lanciare una forte campagna di auto-finanziamento;
– eleggere in questa sede un Gruppo federale di coordinamento costituito da 42 persone – 21 donne e 21 uomini, due per regione e provincia autonoma -con il compito di:
.a. promuovere tavoli permanenti a livello regionale e di provincia autonoma, finalizzati al confronto tra tutti i soggetti ecologisti e tra tutti gli amministratori ecologisti;
.b. garantire il collegamento e il confronto inter-regionale e tra le regioni e la dimensione nazionale ed europea;
.c. promuovere iniziative politiche e di formazione, gruppi di lavoro tematici in stretto rapporto con le realtà locali e facilitare l’avvio di tavoli locali tra tutti i soggetti ecologisti;
.d. elaborare proposte di modifica dello Statuto e dei Regolamenti per renderli adeguati alla nuova fase del progetto ecologista.
In relazione al tesseramento 2009 e alle organizzazioni verdi territoriali, l’Assemblea nazionale decide che:
1) il tesseramento 2009 prosegue fino alla fine di dicembre 2009 con quote invariate, ma senza più alcun limite minimo per il riconoscimento dei gruppi locali e senza più alcun collegamento tra la quantità di tessere e l’elezione dei delegati nazionali;
2) le attuali organizzazioni territoriali dei Verdi sceglieranno autonomamente le modalità per contribuire a livello locale all’avvio del percorso della Costituente Ecologista, ferme restando le indicazioni date da questa Assemblea nazionale. I componenti dei coordinamenti di riferimento per ciascuna regione si adopereranno per coadiuvare le realtà territoriali in questo percorso.
Entro il gennaio 2010 i Verdi italiani contribuiranno, insieme a tutti gli altri soggetti ecologisti interessati, alla convocazione della Costituente Ecologista per dare vita al nuovo soggetto politico ecologista.
In accordo con gli altri soggetti ecologisti interessati, sarà promossa precedentemente una Convention ecologista di carattere politico-culturale, che potrà essere denominata “Stati generali dell’ecologia politica in Italia”.
In una fase successiva, sempre in accordo con tutti i soggetti ecologisti interessati, verrà promosso un’ECO-EXPO, con l’obbiettivo di raccogliere tutte le esperienze di carattere imprenditoriale, agricole e artigianali, con finalità ecologiche.
L’Assemblea nazionale, infine, decide di avviare ai diversi livelli e coinvolgendo tutti i soggetti interessati, una raccolta di firme per dimezzare realmente i costi della politica senza incidere sulla rappresentanza democratica.
L’Assemblea nazionale dei Verdi italiani rivolge a tutti i soggetti interessati, che condividano questa esigenza e questa speranza, l’invito ad avere il coraggio di osare, di rivendicare l’orgoglio ecologista e di operare tutti assieme per lanciare al paese, in una dimensione autenticamente europea, la nuova sfida verso la nuova Costituente Ecologista.