Nucleare, Il piazzista nucleare Sarkozy trova un nuovo cliente: Berlusconi

Monica Frassoni Presidente del gruppo Verde/Ale al parlamento europeoIeri nell’ambito del Vertice Italo-Francese tenutosi a Roma è stato firmato un accordo quadro sul nucleare. Secondo le intenzioni dei governi francese e italiano l’intesa dovrebbe aprire la strada alla costruzione in Italia di almeno quattro centrali di terza generazione EPR (European Pressurized Reactor) entro dieci anni.La Francia nel corso del 2008 ha siglato intese sul nucleare civile in India, Slovacchia e Inghilterra.

Monica Frassoni, Presidente del Gruppo dei Verdi/ALE, ha dichiarato in proposito:
“In un momento in cui le priorità sono il superamento della crisi e la riconversione verde delle nostre economie, Berlusconi e Sarkozy firmano un’intesa dalle pesanti implicazioni economiche e dalle ancor più onerose conseguenze ambientali. Attualmente sono ancora in costruzione le prime 2 centrali nucleari EPR una in Finlandia, dove i costi sono schizzati dai 3 miliardi di euro preventivati a 5,5 miliardi, con 38 mesi di ritardo nei lavori, ed una in Francia dove la centrale di Flamandville (dove ENEL partecipa alla costruzione) ha visto numerose interruzioni per la scarsa qualità nei lavori.”

“Dal punto di vista ambientale non si manca mai di ricordarci che grazie alla tecnologia EPR il volume delle scorie radioattive, problema irrisolto del nucleare, si dovrebbe ridurre del 30%. Peccato” fa notare Monica Frassoni “che non si precisa che le scorie prodotte da queste centrali sono molto più radiattive di quelle degli impianti classici, come risulta da un rapporto del 2008 dell’azienda finlandese di trattamento delle scorie radiattive Posiva, ponendo insormontabili problemi tecnici per il loro smaltimento.”

Conclude quindi l’eurodeputata “ancora una volta si vogliono spartire i soldi pubblici alle spalle dei cittadini che dovranno sostenerne i costi in termini economici ed ambientali. Quand’é che finalmente il governo Berlusconi imboccherà la via dell’efficienza energetica e delle rinnovabili invece di continuare a sperperare denaro pubblico in tecnologie obsolete e pericolose?

Quello che è certo è che i Verdi, come tante altre componenti della società italiana, continueranno a battersi perché l’Italia continui a rimanere fuori dal nucleare.”

 

Un commento

  • Berlusconi ed il premier francese Sarkozy hanno siglato un accordo intergovernativo che sancisce una collaborazione illimitata tra i due paesi sul tema del nucleare: dalla collaborazione in sede europea sulla sicurezza, dalla cooperazione tecnologica alla formazione dei tecnici, dallo smantellamento degli impianti alla collaborazione industriale in Paesi terzi.
    L’accordo prevede una joint-venture tra Enel ed il colosso francese EDF per la progettazione e realizzazione di quattro centrali con tecnologia EPR sul territorio italiano e per realizzazione di centrali nucleari in Francia e in altri paesi. Silvio Berlusconi afferma che “con al nostro fianco la Francia che ci ha messo a disposizione il suo know how … consentirà di risparmiare diversi anni e iniziare la costruzione delle centrali in un tempo assolutamente contenuto”.
    Ma i commenti del premier sono tanto più fuori luogo se si pensa che i tempi previsti per l’avvio del primo delle quattro centrali si stimano in oltre dieci anni e che il know how che ci apprestiamo ad imparare dai francesi non è affatto una tecnologia sicura.
    Secondo un’indagine di Greenpeace con i nuovi reattori European Pressurized Reactor (EPR) le scorie sarebbero 7 volte più radioattive di quelle prodotte dai reattori classici.
    Il funzionamento dell´Epr prevede che il combustibile nucleare venga sfruttato più a fondo e rimanga per molto più tempo nel reattore con aumento dei rischi.
    L’European Pressurized Reactor, è inoltre particolarmente complesso da costruire e gli unici due attualmente in cantiere, quello di Olkiluoto in Finlandia e quello di Flamanville in Francia, sono stati entrambi caratterizzati da ritardi, obiezioni sulla sicurezza e costi lievitati. Il reattore francese, che per ora ha un ritardo di 9 mesi nei lavori, costerà almeno il 20% in più quanto previsto, mentre quello finlandese, con un ritardo accumulato già di tre anni, costerà più del doppio.
    Ci apprestiamo pertanto a collaborare ad un progetto con costi molto elevati che se dovesse arrivare a conclusione potrebbe vantare la realizzazione di un impianto nucleare alle soglie del 2020, quando le quote di energia da fonte rinnovabile dovrebbero aver già raggiunto il 20% dell’energia prodotta, secondo quanto imposto dall’Unione Europea.

    Valeria Corbisiero
    Verdi Assago & Buccinasco