Q.re ‘Buccinasco più’: La fine di un incubo

GB MAIORANO SINDACO BUCCINASCO MI

GB MAIORANO SINDACO BUCCINASCO MI

«Proprio a Buccinasco è stato realizzato un quartiere nuovo, con dodici palazzine abitate da centinaia di famiglie. Dopo l’arresto e il processo di alcuni esponenti della ‘ndrangheta coinvolti nell’operazione, è emerso che l’area è inquinata – perché nel riempimento in cui è sorto il quartiere l’impresa costruttrice ha gettato l’inverosimile – e che per la bonifica sono necessari 8 milioni di euro. E dato che è impensabile che abbiano i soldi per effettuare la bonifica, i costi alla fine saranno a carico della collettività. E se poi tra qualche anno i bambini che giocano in quel giardino inquinato si ritroveranno con la leucemia? Nessuno ci pensa, ma è delicatissimo».

È il tratto di un’intervista con il periodico della diocesi di Milano “Segno”, rilasciata dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Milano dr.ssa Alessandra Dolci nel numero del novembre 2012.

Un giudizio autorevole, non solo legittimo, ma assolutamente pertinente per ciò che erano le informazioni disponibili: un’intera area inquinata pronta a rilasciare le sue nefaste conseguenze. Un interrogativo angosciante. Non si trattava solo del deprezzamento delle abitazioni, per quanto grave comunque secondario; ciò che era in gioco era la salute degli abitanti e la compromissione in prospettiva in particolare della vita dei bambini.

Al momento di questo grido d’allarme, però, il Comune era già all’opera. Nel luglio 2012, a distanza di un solo mese dall’insediamento, la nuova Giunta si è mossa attraverso un’ordinanza imponendo all’impresa responsabile il ripristino immediato dell’area. Lettera morta. Dal successivo mese di ottobre, non soddisfatti della strategia difensiva assunta dagli avvocati incaricati dal Commissario Prefettizio Francesca Iacontini, abbiamo cambiato legali.

Obiettivo dichiarato: perseguire gli autori del misfatto in ossequio al principio di “chi inquina paga” puntando decisamente ad aggredire il patrimonio della società Finman, da quanto emerso dalle visure, ancora cospicuo e diffuso in ben sei regioni italiane. Tentativo sacrosanto e ambizioso naufragato purtroppo nel marzo successivo per la presentazione di istanza di concordato preventivo che, per effetto della legge sul fallimento, blocca ogni azione.

Unica soddisfazione: i beni venivano posti sotto la tutela del Tribunale e resi inalienabili.

Novembre 2012 l’intervista della dr.ssa Dolci. Stare fermi in attesa degli eventi? Impossibile! L’Amministrazione ha deciso di chiamare validi tecnici per capire se in effetti, alla luce delle limitate caratterizzazioni effettuate, non fosse il caso di procedere a un’analisi più ampia sulle caratteristiche e la pericolosità dei materiali depositati.

L’“andiamo avanti” ha visto non solo il coinvolgimento e la condivisione della Provincia, dell’Arpa e della Regione, ma anche e ovviamente della Procura della Repubblica. Nessuna concessione alla demagogia, alla difesa di interessi elettorali, all’allontanamento di responsabilità di chicchessia, compresa quella dei politici di prima o di dopo.

Il lavoro di caratterizzazione, di prelievo e analisi è andato avanti oltre ogni nostra aspettativa: a lungo, per troppo tempo. L’attesa tuttavia ci ricompensa della pazienza: gli esiti sui campioni prelevati hanno fornito un quadro decisamente tranquillizzante rispetto ai precedenti. Solo il 10% dell’area sequestrata è interessata al processo di discarica abusiva e la falda è rimasta, grazie a Dio, incontaminata. Ciò non diminuisce in nulla la responsabilità penale di chi si è macchiato di un crimine e neppure la responsabilità di eventuali altri attori che dovessero essere chiamati in causa. Ciò non significa neanche che i costi di rimozione e bonifica saranno insignificanti. Certo il fallimento della Finman, dichiarato nel dicembre 2013, rende tutto più difficile.

Proseguiremo comunque la nostra battaglia legale nella convinzione di essere ammessi tra i creditori privilegiati e rientrare nella capienza dei costi che dovranno essere sostenuti.

Rifiutiamo di essere cultori e seguaci di quella sorta di economia di libero mercato così cara ai nostri critici e ancora molto in voga ancora in Italia che prevede per il privato l’incasso dei profitti e per lo Stato il carico delle eventuali perdite. Su questo piano non arretreremo di un millimetro a costo di essere scambiati per la Corea del Nord, piuttosto che col nuovo e arrembante capitalismo cinese.

di Giambattista Maiorano
SINDACO di BUCCINASCO MI

12 commenti