Rocco Papalia e sua moglie, invece di chiedere scusa alla città e chiedere perdono ai parenti delle vittime, fanno causa al comune di Buccinasco
Buccinasco (16 luglio 2020) – Rocco Papalia è tornato a Buccinasco dopo un “soggiorno” presso una “casa lavoro” in abruzzo per decisione del Tribunale di Sorveglianza, era stato considerato socialmente pericoloso. Il sig. Papalia è stato considerato un boss della ‘ndrangheta e ha scontato fino al 2017 ventisei anni in carcere per reati di associazione a delinquere, droga, armi, sequestri, omicidio.
E’ tornato ad abitare nella stessa palazzina di via Nearco a Buccinasco, dove lo Stato ha confiscato alla sua famiglia (sua moglie) due appartamenti, box e una taverna che abbiamo destinato da anni a un progetto per minori. I nostri minori e Papalia sono vicini di casa, separati da un solo piccolo cancelletto in ferro, questo è il confine fisico che ci separa da loro.
Papalia non si è mai pentito e non ha mai chiesto scusa a una città e a un territorio profondamente feriti dalla presenza della mafia che qui si chiama ‘ndrangheta. Penso con dolore anche ai parenti delle vittime, ricordo su tutti il giovane Augusto Rancilio rapito nel 1978 a Cesano Boscone, a due passi da noi, e mai tornato a casa.
Invece di chiedere scusa e di pentirsi, invece di chiedere il perdono ai parenti delle sue vittime, appena tornato, una volta riaperti i tribunali dopo la pandemia, ha fatto causa civile al comune di Buccinasco e a me, perchè vuole l’uso del cortile dove ci sono i box confiscati dallo Stato e dati in uso al comune (li usiamo come magazzino).
Naturalmente, lui e la sua signora, non se ne farebbero nulla di questi 4 metri quadrati di cortile cementato, non si può sostare li ne fare nessuna attività condominiale, evidentemente il loro scopo è un altro: continuare la sfida allo stato e contrastare l’azione culturale e sociale che in quel luogo stiamo svolgendo dal 2015. Vogliono cancellare quel confine che è costato tanto sangue e dolore e fatica di persone oneste.
La prima udienza è fissata per il 15 novembre 2020, la Giunta ha subito nominato un legale e ci opporremo con qualsiasi mezzo lecito a questa richiesta indecente. L’agenzia per i beni confiscati del nord Italia, tramite il suo Presidente Roberto Giarola, mi ha assicurato la sua piena collaborazione, in giornata informerò la prefettura di Milano e il ministero degli Interni.
Chiedo a tutta la città di sostenere le iniziative che la mia amministrazione metterà in campo.
Quando il nemico è la Mafia, quando bisogna stare dalla parte giusta e indicarla e insegnarla, quando ci si ostina a stare coi buoni, quando l’esempio è la chiave del successo, quando la via dell’accordo è esclusa, quando si parla di principi, di Bene e di Male, il CONFINE diventa l’unico terreno di gioco. E non c’è possibilità di arretrare neanche di un centimetro perché il confine è un SIMBOLO, è l’argine delle nostre coscienze.
Rino Pruiti
Sindaco Buccinasco Italia
La ndrangheta fa schifo
Ci vorrebbe un Prefetto di Ferro!” un altro Cesare Mori di storica memoria del Ventennio.
“Scopo dell’azione contro questi criminali mafiosi, non deve essere semplicemente la loro resa e condanna , ma anche la loro, umiliazione. e dare alla popolazione, la tangibile prova della viltà di questi malavitosi”, questa feccia, deve essere privata non solo della libertà ma anche dell’onore.”
Ma con questi governicchi , permessivisti, e bonisti, permettono a questi loschi figuri, dopo i loro misfatti di alzare ancora la cresta; purtroppo
Ma questo personaggio, visti i precedenti e l’influenza nefasta che ha avuto su Buccinasco, non può essere allontanato in qualche modo?
Visto che, come ha detto Gratteri, il confino di mafiosi al nord è servito più che altro a esportare malavita, sarebbe il caso di rispedirli da dove sono venuti.
Il Prefetto non può fare qualcosa?
Un uomo pentito di ciò che ha fatto non avrebbe osato avanzare alcuna pretesa, un uomo pentito di ciò che ha fatto non avrebbe osato alzare un dito, un uomo pentito di ciò che ha fatto non avrebbe osato sollevare il capo in segno di sfida. Un uomo… D’altronde Papalia non si è pentito, e non è nemmeno un uomo, è un essere, esiste senza sapere quanto possa essere ripugnante, è l’ennesima dimostrazione del fatto che uno stato che porge l’altra guancia non funziona con questi elementi, avidi, presuntuosi, cancerogeni. Papalia ha fatto del male a Buccinasco così come all’Italia, e nel suo folle concetto di “onore” non ha mai compreso il danno arrecato, nella sua spocchia non si è mai pentito. Ora, nella sua arroganza, decide di sfidare ancora una volta lo stato, per risolvere il suo complesso di inferiorità e far disperatamente intendere che lui c’è ancora, che è lui che comanda… Vergogna, e pena.
Rino, Buccinasco è con te.
Avanti così Rino! #Qui la ‘ndrangheta ha perso”