SIAMO TUTTI ROM
Le generazioni uscite dal dopoguerra non avevano mai conosciuto provvedimenti volti a marchiare un’etnia, a sottoporla a schedature indipendentemente dalla cittadinanza. C’è un metodo nella loro follia. Vogliono una giustizia innocua con i vip del crimine e feroce con gli ultimi della società. La schedatura con impronte digitali dei bambini rom, decisa dal ministro Maroni mentre i deputati leghisti votavano a capo chino la legge che esonera il padrone dalla responsabilità penale, va in questa direzione. Ed è stata giustamente respinta in sede europea. Oltre la metà degli appartenenti alle comunità Rom e dei Sinti in Italia sono cittadini italiani e cittadini dell’Unione europea a tutti gli effetti. Sottoporli a schedatura, rilevare le impronte digitali dei loro bambini, vìola apertamente i diritti internazionali dell´uomo, le norme e i trattati dell’Unione europea, la convenzione sui diritti dell’infanzia. E vìola l’art. 3 della nostra Costituzione, che afferma che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”
Visto che tra un po’ gireranno tantissimi soldi per la costruzione dell’Expò del 2015 (e tanti ne stanno già girando per i nuovi immensi palazzi che ridisegneranno lo Skyline di Milano per i prossimi decenni) è il caso di vigilare per far sì che a intascarseli, come spesso accade, non siano Camorra, ‘Ndrangheta e Cosa Nostra.
Altro che Rom!